di Pietro Manigas
Le pubblicità sono infestate da donne bellissime, sensuali, discinte e provocanti. Oggetti sessuali per il piacere di chi guarda e compra. Stessa cosa nel mondo del cinema e dello spettacolo in genere: nudissime, aggressive, trasgressive in modo stucchevole, in genere ragazzine prodigiose e appena mature sessualmente, in offerta sul mercato multinazionale del desiderio indotto del consumismo. Al festival di Roma, mica solo agli American Music Awards, le attrici e attricette sfilavano tette al vento con due gocce di Chanel numero 5, incapace a coprire lo sbraco scopiazzato di un’epoca in cui il corpo femminile è in offerta speciale.
Poi fai un giro sui siti di informazione e scopri una cascata di tette e culi, di bonazze anche sconosciute che coronano il sogno erotico patinato del lettore – spesso sportivo – che evidentemente è indotto a cliccare. Vai sui siti dei maggiori quotidiani nazionali sportivi e scopri le fattezze e le gallery di tutte le fidanzate attricette dei calciatori e aggiornamenti costanti sulla nudità di Claudia Romani. Fateci caso, ogni tre per due è lì nuda, di spalle, con la maglia del Milan tirata su…
E poi, in città devastate dalle pubblicità quasi tutte ovviamente a sfondo sessuale, i media organizzano le passeggiate della donna sola per strada e registrano i commenti? E gridano allo scandalo? Lo trovo ridicolo. Trovo ridicolo il fatto di passare tutto il tempo a costruire un immaginario nel quale la donna, le nostre figlie, le sorelle, le amiche, siano viste come oggetto sessuale, e poi denunciare gli sguardi dei passanti sul posteriore o le battute.
Oggi poi c’è un florilegio di retorica sulla giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Una di quelle cose che piacciono tanto ai social e che fanno sentire tutti dalla parte del giusto. Ok, ma assistere sui media alla tirata del buonsenso, tra una pubblicità ammiccante e una gallery su Bleona e JLo ignude e provocanti, fa un po’ ridere. Anzi no, fa un po’ incazzare perché è così che la società dello spettacolo esprime i suoi dogmi: raccontando il contrario esatto di quello che avviene davvero.
