Carlo Freccero: fiction e serie tv sono più creative del cinema

Parla il neo direttore artistico del RomaFictionFest, evento dedicato alle fiction e alle serie tv che si svolgerà all'Auditorium Parco della Musica dal 13 al 19 settembre 2014.

Carlo Freccero: fiction e serie tv sono più creative del cinema
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3 Settembre 2014 - 14.32


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di Davide Monastra

Torna a Roma, presso l’Auditorium Parco della Musica, dal 13 al 19 settembre 2014, l’ottava edizione del RomaFictionFest, l’evento clou per gli appassionati della fiction e una vetrina unica nel suo genere in Italia, che ospita il meglio della serialità televisiva. La kermesse, organizzata dall’associazione Produttori Televisivi (Apt), insieme a Sviluppo Lazio, con il patrocinio della Regione Lazio e dalla Camera di Commercio di Roma, ha un nuovo direttore artistico: Carlo Freccero, autore televisivo, saggista, massmediologo ed ex direttore di Rai2 e Rai4. Il neo direttore è subentrato a Steve Della Casa, che ha diretto la manifestazione dal 2008 al 2013.

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Sul pink carpet il pubblico avrà l’occasione di incontrare star italiane ed internazionali insieme a registi, sceneggiatori e produttori di fama mondiale. Le sale dell’Auditorium invece si animeranno con la proiezione di numerose anteprime nazionali e internazionali, con uno sguardo attento alle serie televisive, dedicate ai giovani e ai giovanissimi, che saranno i protagonisti assoluti dei primi due giorni del RomaFictionFest.

La manifestazione sarà anche un momento per riflettere sulla fiction, in quanto linguaggio e forma di espressione. Per questo sono previste numerose masterclass e alcuni focus specifici, che saranno dedicati alle nuove frontiere dell’audiovisivo e al futuro dell’industria dell’audiovisivo italiana. Inoltre, durante i cinque giorni del festival, Roma diventerà un grande salotto in cui si incontreranno broadcaster e buyer, perché, come ha subito voluto sottolineare il neo direttore del RomaFictionFest, Carlo Freccero, “ormai la fiction, i telefilm, le serie televisive sono prodotti più importanti e anche molto più interessanti di qualsiasi produzione cinematografica”.

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Come sarà la prossima edizione del RomaFictionFest, la prima per lei da direttore artistico?

Invece di rispondere a questa solita domanda, che vorrebbe dire spiegare troppe cose sul programma e sul festival in generale, io vorrei porre l’attenzione su un’altra questione, sicuramente più interessante. Quindi se me lo permette, vorrei partire da una domanda che mi sono fatto in qualità di direttore artistica.

Certo, possiamo iniziare con la sua domanda.

Io mi chiedo: è possibile, oggi, organizzare un festival con solo trenta giorni di tempo? La risposta è semplicemente sì. Sì, se a lavorare a questo festival è un’equipe preparata e performante, come quella con cui ho avuto il piacere di collaborare. Tra i miei collaboratori voglio citare: Gaia Tridente, Andrea Fornasiero, Simone Raineri con l’aiuto dell’Associazione Produttori Televisivi, diretta da Chiara Sbarigia. Senza di loro, il RomaFictionFest 2014 non si sarebbe potuto realizzare.

Come mai è così importante un festival dedicato alla fiction

Se da giovane qualcuno mi avesse chiesto se volevo occuparmi di telefilm o di fiction televisiva, non avrei avuto dubbi. Il telefilm era una brutta copia del cinema, non aveva un’identità propria e si limitava ad adattare per la tv prototipi cinematografici, semplificandoli e banalizzandoli. Negli anni ’90 è avvenuta una rivoluzione: il telefilm ha fondato un proprio linguaggio ed è diventato un genere autonomo. Oggi non ho dubbi: in questo momento la fiction televisiva, come tutte le forme nuove e ancora in fase sperimentale, è più interessante, più creativa, più stimolante di gran parte della produzione cinematografica corrente.

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Quali sono gli obiettivi del RomaFictionFest?

Che cosa vuole fare il RomaFictionFest? Vuole descrivere una mappa dell’immaginario contemporaneo, attraverso la programmazione di anteprime di telefilm americani, europei, italiani e con un focus dedicato alla Turchia. Attraverso le masterclass, previste nei giorni dell’evento, sarà fatta una riflessione sulla fiction mondiale, con un’attenzione speciale a quella italiana ed europea. Uno degli incontri più stimolanti ed attesi sarà quello dedicato esclusivamente all’industria dell’audiovisivo italiana e agli obiettivi che può raggiungere nel corso dei prossimi anni.

Che cosa pensa del valore della Fiction internazionale?

In questo momento la fiction americana è un esperimento ed è molto più creativa del cinema. E non solo: voglio sottolineare che non è casuale che questa rivoluzione del telefilm sia avvenuta proprio negli Stati Uniti d’America. Questa fiction vuole in qualche liberare dal senso di paura, di inquietudine e di malessere che tutti sperimentiamo quotidianamente. Sì, certo è chiaro che l’immaginario si tinge spesso di nero e che l’eroe positivo degli anni d’oro di Hollywood, oggi nella fiction è un eroe che ha delle ossessioni, è turbato, non è limpido, non è una figura totalmente positiva. In un certo senso il telefilm americano, più del cinema, mette in luce una critica sociale, culturale e morale nei confronti di un interno paese.

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