Il programma televisivo Doc3, contenitore dei documentari che va in onda su Rai Tre, ospiterà il 2 luglio 2014 alle ore 23:50 “Lo Stato della Follia” di Francesco Cordio che denuncia le condizioni precarie in cui tergiversano da anni gli ospedali psichiatrici giudiziari italiani.
Per girare il documentario ci sono voluti due anni, dopo un’attenta ricerca e attraverso approfonditi sopralluoghi realizzati all’interno dei sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari esistenti in Italia, per conto della Commissione d’inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio Sanitario Nazionale. Francesco Cordio accompagna lo spettatore, in quei luoghi dove le persone, fin dagli inizi del ‘900, sono state relegate e disumanizzate dal trattamento farmacologico, dall’abbrutimento delle celle di isolamento e dei letti di contenzione. Il documentario mostra la più totale privazione dei più elementari diritti costituzionali alla salute, la cura, la vita di tanti malati mentali che vivono all’interno degli O.P.G. L’attore protagonista è Luigi Rigoni, ex internato di un O.P.G. che nel film, con grande generosità e intensità, racconta la sua vita all’interno di un O.P.G.
Dal 2008 sul terzo canale della televisione di Stato si sta cercando di dare spazio ai grandi documentari d’autore, provenienti da ogni parte del mondo. A proposito de “Lo Stato della Follia” ha sottolineato Annamaria Catricalà, capostruttura di Rai Tre: “Francesco Cordio ha trovato la chiave per denunciare questo orrore e Rai Tre farà la sua parte. Cordio con questo lavoro si è fatto alfiere dello scandalo dei manicomi criminali ancora esistenti in Italia, denunciando lo stato di degrado in cui versano le strutture e facendoci conoscere una realtà dimenticata, troppo spesso anche dallo Stato”.
Ignazio Marino, che prima di sedere sulla poltrona di primo cittadino di Roma, è stato presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale nella precedente legislatura, ha dichiarato: “Il film di Francesco Cordio è importante: perché rompe il velo del silenzio che su questo tema sta calando di nuovo. E lo fa da testimone di una storia: perché ha documentato il lavoro della Commissione d’inchiesta e anche grazie al suo prezioso lavoro abbiamo dato la voce a persone emarginate e dimenticate da tutti. L’inchiesta ci ha impegnato come uomini e come politici e, personalmente, è uno dei motivi per cui sono orgoglioso di essere stato un parlamentare della Repubblica”.
Francesco Cordio ha precisato che questo documentario è stato autoprodotto: “Mi fa piacere che la tv di stato abbia deciso di sostenerne la diffusione, d’altra parte il tema è così forte e attuale che non poteva sfuggire al servizio pubblico. Spero sinceramente che il mio lavoro continui ad alimentare una campagna di civiltà”.
Le istituzioni, che negli ultimi trent’anni sono rimaste estranee al problema, hanno dato recentemente un segnale forte grazie ad un decreto del Consiglio dei Ministri, firmato dal Presidente della Repubblica Napolitano, che ha prorogato l’abolizione degli O.P.G. al 31 marzo 2015 e non al 2017, come precedentemente richiesto dalle Regioni. Il rischio che la loro chiusura venisse posticipata di altri tre anni, a causa dell’impossibilità delle Regioni ad accogliere i detenuti presenti negli Ospedali, è stato così parzialmente fugato.
SCRIVI A:spettacolo@globalist.it