Sarà contenta mia nonna, secondo cui la sessualità e tutto quello che vi ruota attorno è un tabù di cui non è opportuno parlare. Una che, per capirci, nel ’74 votò contro l’abrogazione del divorzio. Sarà molto contenta, finalmente dopo anni in cui la politica e lo spettacolo stavano smontando il suo immaginario in cui temi come la contraccezione, il sesso prematrimoniale e i rapporti non strettamente eterosessuali sono oscene volgarità, di cui il solo discorrere mina l’integrità morale di una persona, un dietrofront. Sarà entusiasta dato che, proprio come avrebbe voluto, la scuola potrebbe sottostare al diniego di affrontare tali tematiche con i propri figli. Sarà contento mio nonno, secondo cui il valore di una donna si misura dal numero di uomini con cui è stata a letto, e non c’è altro modo di pensarla. E sarà pure contento il padre palermitano che l’aprile dello scorso anno picchiò a sangue la figlia quindicenne e il suo fidanzatino per averli scoperti a letto assieme.
Ecco tutti loro, solo per citarne qualcuno, quest’oggi saranno giubilanti. Con 151 voti a favore, 113 contrari e un astenuto la Camera ha approvato il disegno di legge sull’educazione sessuo-affettiva promosso da Valditara. Se dovesse passare anche al Senato da quest’anno per insegnarla ai minori servirà il consenso dei genitori. Proprio come per buttarsi da un ponte facendo bungee jumping, fare tiro a segno maneggiando un’arma da fuoco o sottoporsi a un intervento chirurgico invasivo. Proprio come accade, in sunto, per tutte quelle attività che comportano un certo rischio di cui solo il tutore legale può farso carico.
Penso a ciò e mi chiedo quale sia il pericolo, secondo Valditara e compagine, di spiegare a un sedicenne come indossare correttamente un profilattico, di parlargli di consenso informato o di rapporti omosessuali. Perché è palpabile che per lui esista, che tutto ciò abbia una natura pericolosamente eversiva se non debellabile contro cui bisogna quantomeno opporsi. Secondo la nostra magnifica costituzione il ruolo della scuola dovrebbe essere quello di rimuovere gli ostacoli economici e sociali garantendo a tutti pari opportunità. Di fornire una base educativa comune al di là del contesto familiare da cui si proviene. Se tua madre non vorrebbe ti venisse insegnato che la terra è tonda perché crede sia piatta la scuola se ne frega. Perché in una società civile non dovrebbe esserci spazio per quanto di volgarmente retrogrado. A quanto pare, però, non tutti la pensano così.
