di Pancrazio Anfuso
Le circostanze della sua morte non furono mai completamente chiarite: Morrison si trovava a Parigi, dove soggiornava con la sua compagna Pamela Courson, e fu trovato morto nella vasca da bagno, ufficialmente per arresto cardiaco, mai confermato da un’autopsia, che si ritenne non necessaria.
Che il consumo di droga abbia giocato un ruolo sembra scontato: si disse che il decesso poteva essere avvenuto per overdose di eroina, anche se i biografi di Morrison hanno sempre sostenuto che il cantante prediligesse l’uso di altre sostanze.
La testimonianza confusa e contraddittoria di Pamela non chiarì le circostanze della morte, ed emerse, a posteriori, la versione secondo la quale il cantante morì nel bagno del Rock ‘n’ Roll Circus, night club di Parigi, secondo il racconto del gestore del locale.
Morrison sarebbe stato trasportato nella stanza d’albergo per tentare una rianimazione tardiva e per coprire lo spacciatore, un certo De Breteuil, fidanzato di Marianne Faithfull, che raccontò decenni dopo che a uccidere Morrison fu un’overdose d’eroina. L’annuncio della morte fu dato sei giorni dopo, sembra per evitare eccessivo clamore. Morrison fu seppellito nel cimitero parigino di Père-Lachaise e la sua tomba da allora è meta di pellegrinaggio. Al funerale furono presenti pochissime persone, altra circostanza che ha alimentato il mistero.
Una vita sul filo dello scandalo, tra eccessi alcolici, viaggi lisergici, esibizionismi sessuali, pessimo rapporto con l’autorità, ponti tagliati con la famiglia, turbolente relazioni sentimentali, arresti e rilasci. Nel mezzo, la poesia e la musica, cinque anni di successi scanditi dall’organo di Ray Manzarek, una presenza scenica sensuale e abbacinante: capelli lunghi, pantaloni di pelle, un corpo via via appesantito dagli eccessi. Fino alla fuga in Europa, battendo le vie del Marais in cerca di qualcosa in grado di placare un fuoco interiore inestinguibile.
Restano le canzoni: The End, ipnotica/edipica, poi memorabile colonna sonora di Apocalypse Now, la cavalcata nella pioggia di Riders on the storm, la canzone/manifesto Light my fire, e poi Roadhouse Blues, L.A. Woman, la bellissima versione di Alabama Song di Kurt Weill.
Morire a 27 anni andava di moda: era già successo a Brian Jones dei Rolling Stones, succederà ancora a Jimi Hendrix, Janis Joplin, Kurt Cobain, Amy Winehouse. Il cosiddetto Club 27, membro onorario Robert Johnson, l’uomo che fece il patto col diavolo per diventare un grande bluesman. Tim Buckley, padre di Jeff, l’ha mancato di poco: l’overdose lo uccise a 28.
Dove c’è mistero, sguazzano i complottisti: chissà che Morrison non si trovi ancora nell’atollo dove si sarebbe ritirato, secondo qualche fantasia strampalata, a godersela, magari insieme a Marilyn Monroe e poi a Elvis Presley, o a Prince, a Freddy Mercury, o a qualcuno dei Ramones. Un’isola del rock’n roll.