Addio Jack Ely, mito del rock finito nel mirino dell'Fbi

Il riff di Louie Louie è leggenda del rock: l'Fbi indagò 31 mesi sul brano per scoprire se dietro al testo si celava un messaggio subliminale.

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29 Aprile 2015 - 10.36


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Si è spento all’età di 71 anni Jack Ely, leggenda del rock a cui si deve uno dei brani che hanno segnato la nascita di questo genere, ovvero il riff “Louie Louie”. Un brano re-interpretato da tanti sul palco – da Frank Zappa a Bruce Springsteen, da Iggy Pop ai Clash – finito addirittura nel mirino dell’Fbi che indagò per ben 31 mesi sul possibile messaggio cifrato contenuto nelle parole della hit.

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Il riff di “Louie Louie” portò Jack Ely insieme ai The Kingsmen a scalare le classifiche, mostrando al mondo intero un nuovo genere musicale.
Ely quella musica l’aveva ‘rubata’ al caraibico Richard Berry, che fece pochi soldi con quella che ad un primo ascolto non era altro che la solita ballata d’amore. Complice un microfono guasto, Ely e i Kingsmen stravolsero completamente il pezzo: un testo oscuro tanto che J. Edgar Hoover e i federali, nella bigotta America, degli anni ’60 ne furono ossessionati.

“Louie Louie” fu proibita nello Stato dell’Indiana, quando una giovane credette di udire, rallentando la velocità del disco, dei versi osceni e ne parlò alla madre, che a sua volta informò il governatore di quello Stato.

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Alla fine di questa vicenda, divenuta una delle tante leggende del mondo del rock, l’Fbi archiviò il casa con una nota ufficiale. “Tre agenzie governative hanno dovuto archiviare il fascicolo poiché non sono riuscite a capire cosa contenesse il testo”.

Ely per anni tentò di spiegare che l’incomprensione era stata causata da quel microfono, ma non fu mai ascoltato dal paranoico Hoover.

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