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Cannes, Ken Loach e la disperazione dei nuovi poveri

Con 'I, Daniel Blake' il regista racconta il dramma umano e sociale che si cela dietro l'intrica burocrazia inglese.

Cannes, Ken Loach e la disperazione dei nuovi poveri
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13 Maggio 2016 - 22.38


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Sulla Croisette è stato il giorno di Ken Loach: il regista ha presentato al Festival di Cannes il suo ultimo film, “I, Daniel Blake”, che arriva due anni dopo il suo ultimo lavoro”Jimmy’s Hall”. Loach torna alle atmosfere della sua amata Gran Bretagna, mettendo in luce con abbagliante veridicità tutte le mostruosità degli anni contemporanei, caratterizzati dalla crisi economica e, soprattutto all’occhio del regista, sociale. In “I, Daniel Blake” il dito di Loach è puntato contro la burocrazia, per raccontare come la dignità umana non abbia, al giorno d’oggi, più alcun valore.

La storia è quella di Daniel, un uomo di 60 anni, ex artigiano e muratore, vedovo e malato di cuore, che non può lavorare per infermità e fa domanda per l’indennità. Una pratica semplice che però non ottiene risposte, a causa dalla rigidità della burocrazia e dall’ottusità degli impiegati. Daniel, interpretato da Dave Johns, prova ogni giorno a ottenere una risposta: passa ore e ore al telefono in attesa di un operatore o perde tempo a rispondere a domande fuorvianti scontrandosi con l’insensatezza di una situazione senza via d’uscita. Nella sua stessa situazione c’è Rachel (Hayley Squires), ragazza madre con due bambini, senza lavoro e senza casa con cui Daniel crea un legame profondo di assistenza e solidarietà.

“Il punto di partenza è l’attitudine deliberatamente crudele nel mantenere la gente in uno stato di povertà e l’inefficacia volontaria dell’amministrazione come arma politica”, ha spiegato Ken Loach in conferenza stampa. Scritto insieme a Paul Laverty, il film è frutto di un’accurata ricerca dove la leggerezza dei dialoghi, nasconde un profondo e spaventoso dramma sociale, che si mostra allo spettatore con un pugno allo stomaco (in stile Loach) che scuote dal torpore e dall’indifferenza.

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