@marco_spagnoli
Ilona Staller alias Cicciolina e la sua “tempesta ormonale” che ha investito con ironia e divertimento l’Italia (ancora) puritana degli anni Settanta e Ottanta, torna a raccontarci la sua storia di ingenuità e trasgressione nell’interessante documentario di Alessandro Melazzini, disponibile in Dvd dopo alcuni passaggi televisivi.
Ilona Staller alias Cicciolina e la sua “tempesta ormonale” che ha investito con ironia e divertimento l’Italia (ancora) puritana degli anni Settanta e Ottanta, torna a raccontarci la sua storia di ingenuità e trasgressione nell’interessante documentario di Alessandro Melazzini, disponibile in Dvd dopo alcuni passaggi televisivi. Un documentario brillante e originale, sebbene non sempre della stessa forza e intensità, che ripercorre la vita di questa cameriera ungherese diventata, in seguito ad una serie di vicissitudini, un’icona di erotismo e, per certi versi, di libertà per la capacità di trasgredire.Raccontate, in parte, dalla sua stessa voce, la vita e la carriera di Cicciolina sono ripercorse sin dalle origini con materiali di repertorio e le interviste di persone che l’hanno conosciuta (e apprezzata) durante la sua vita professionale come pornostar: a partire dal figlio Ludwig avuto con l’artista Jeff Koons fino ad arrivare a Paolo Cirino Pomicino passando per Debora Attanasio, Elvire Duvelle-Charles, Filippo Ceccarelli, Ivo Stefano Germano, Gianfranco Spadaccia, Michele Lo Foco, Marco Gregoretti, Luca Di Carlo.
Prodotto per il canale franco tedesco Arte, il film funziona bene nel seguire in maniera intelligente il primo grande cortocircuito carnevalesco tra politica e showbusiness, tra scandalo e pubblico, tra morale e ben pensanti. Al tempo stesso, però, l’equazione secondo cui Cicciolina sia stata l’antesignana di Berlusconi e del berlusconismo nell’immaginario collettivo oltre ad essere francamente frettolosa, non è motivata come, forse, avrebbe dovuto e potuto essere.
Poco importa, però, perché l’approfondita ricerca di materiali di repertorio, le immagini di Cicciolina, giovane, bella e anticonvenzionale, oltre a generare un effetto nostalgia sull’Italia del ‘come eravamo’ (nel bene o nel male), sorprendono lo spettatore per il racconto di un paese dimenticato che anche Cicciolina ha contribuito a cambiare e, forse, perfino a modernizzare. Di Ilona Staller e del suo alter ego viene raccontato tutto o quasi, ma la cosa che colpisce di più è che il tratto distintivo che trenta anni fa appariva come cattivo gusto e volgare, oggi, paragonandolo a quanto accade su Twitter e Instagram, sembra dovere essere riabilitato, se non altro, per la sua voglia di trasgressione in un’Italia ancora democristiana e beghina.Un film sociologicamente imperdibile con l’Ilona Staller di oggi che, sessantacinquenne, racconta sé stessa con il suo italiano (ancora) incerto, un po’ come la Gloria Swanson di Viale del Tramonto parlava del suo alter ego cinematografico.
Un po’ di nostalgia e un po’ di sano ed erotico celebrazionismo, condiscono questo interessante film, rivelatore dopo tanti anni dell’intelligenza di una donna diversa che ha saputo precorrere i tempi e – per quello che sono durati – lasciare un’impronta tangibile, seppure non indimenticabile.