Stasera 13 gennaio Riccardo Iacona avvia un nuovo ciclo di “PresaDiretta”, alle 21,20 su Rai3 per nove prime serate del lunedì, e punta in alto: Papa Francesco. O per essere più precisi: il giornalista e colleghi indagano perché il pontefice riformatore è sotto attacco da parte di forze potenti nella Chiesa stessa oltre a essere nel mirino di politici come i cosiddetti sovranisti, Trump e affini, di chi non accetta le sue posizioni critiche sul neocapitalismo, sullo sfruttamento, sulla crisi climatica, sulla pedofilia nell’apparato ecclesiastico, ancor meno sull’accoglienza e i migranti, e non tollera le sue aperture sulla sessualità. Titolo della puntata: “Attacco al Papa”.
Dice Iacona all’Ansa: Bergoglio “Ha un consenso popolare immenso, anche tra i più giovani, è considerato il più amato tra i leader mondiali; il Papa dell’ascolto, della misericordia. Ma i nemici più agguerriti sono a casa sua e li conosce. Quando parla di migranti lo accusano di fare politica, per il sinodo dell’Amazzonia lo anno tacciato di idolatria. Gli hanno dato dell’apostata e dell’eretico per le sue prese di posizione a difesa dell’ambiente, sono arrivati a chiedere le sue dimissioni, accusandolo di aver coperto casi di pedofilia, chi son è perché ce l’hanno con papa Francesco, l’inflessibile”.
Ad Alberto Sofia del Fatto quotidiano Iacona ha registrato un fatto: “C’è una saldatura tra la destra nazionalistica, quella di Trump, quella europea e anche la nostra di Matteo Salvini, con i cattolici tradizionalisti. La destra lo intima a non occuparsi di politica e lo contesta per la sua critica radicale alla politica dei ‘muri chiusi‘, per la sua difesa dei migranti e dell’ambiente, così come per gli attacchi al liberismo economico. I tradizionalisti invece vorrebbero che si limitasse alla difesa della morale sessuale, occupandosi soltanto dell’anima”.
Per il giornalista Bergoglio sta riformando la Chiesa, pensa alla giustizia sociale e vuole il dialogo tra le religioni, perciò sta lasciando il segno. Iacona ricorda sempre all’Ansa le accuse scagliate da Carlo Maria Viganò, arcivescovo ed ex nunzio negli Stati Uniti, e come sia considerato avversario del pontefice. Per Viganò il Papa doveva dimettersi perché avrebbe “ignorato le accuse di abuso sui minori nei confronti di un importante prelato americano, il cardinale di Boston Theodore McCarrick”. L’arcivescovo, rammenta Iacona, lanciò le sue accuse mentre il pontefice tornava dall’Irlanda dove aveva chiesto scusa per scandali di pedofilia nella chiesa cattolica e quanto disse Viganò, ricorda il giornalista, non era né venne dimostrato.
L’indagine televisiva di “PresaDiretta” va negli Usa, in comunità cattoliche come Sant’Egidio, in Germania dove molti cattolici invocano cambiamenti e aperture anche alle coppie divorziate e ai gay.