La storia è nota: Anna Mazzone, giornalista del Tg2 che si è definita di simpatie grilline non digerisci il Pd aveva scritto un messaggio si twitter nel quale definiva in maniera sprezzante ‘crucca’ Carola Rackete e ironizzava sui parlamentari democratici a bordo della Sea Watch.
Poi le polemiche, l’interrogazione democratica, la giornalista che accusato di essere finita al centro di una caccia alle streghe e l’azienda che ricordava il dovere di chi lavora per il servizio pubblico di mantenere il più possibile un atteggiamento super partes.
Ma, evidentemente, Anna Mazzone ha ritenuto un caso come quello su Carola Rackete e il termine ‘crucca’ (che è un dispregiativo, ndr) andasse ripetuto.
Ma questa volta non sono state le interrogazioni, o viale Mazzini ad eccepire qualcosa. Ma lo stesso Facebook che ha oscurato un commento della giornalista del Tg2 considerandolo una violazione degli standard della community in materia di incitamento all’odio.
La Mazzone ha protestato: “Roba da pazzi. Facebook oscura questo mio commento per incitamento all’odio. Ormai siamo nel campo della psichiatria”.
E ha rilanciato in un altro post: “Devo ritrattare la crucca o il fatto che la crucca sia stata arrestata per aver commesso il reato?”.
Per la verità è stat scarcerata anche se – ha insistito la giornalista – i giudici non sono dio.
Resta il fatto: a viale Mazzini va bene così? A Facebook, a quando pare, no. Il dibattito è aperto.