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Renzi e Berlinguer: intervista e molti imbarazzi

Dopo il ciclone delle dichiarazioni di Anzaldi la direttora del Tg3 corre a palazzo Chigi a sentire il premier. Ne esce un cirioso siparietto

Renzi e Berlinguer: intervista e molti imbarazzi
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1 Ottobre 2015 - 16.59


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di Vittoria Muller

Tg3 delle 19 dell’ultimo di settembre. La direttora stasera non conduce (e questa è notizia), va a Palazzo Chigi per una intervista al presidente del Consiglio. Intervista che sembra suggerire la vera motivazione nelle domande finali. Intervista inusuale per un direttore di Tg: in piedi, col microfono in mano e con un “controcampo” appiccicato in fase di montaggio che non riesce a nascondere un labiale di Renzi che c’entra poco con le parole che si ascoltano. Una brutta “pecetta” dell’intervistatrice col microfono in mano, vecchio espediente di grossolana televisione che si usa(va) o per coprire un taglio o per farsi vedere in famiglia.

L’intervista arriva puntuale all’indomani di una aspra polemica alle parole critiche del Pd Michele Anzaldi, della Commissione Parlamentare di Vigilanza, nei confronti di Rai3 e del Tg3. Diamo per conosciuta l’accusa, e per conosciuta la puntualissima difesa del Comitato di Redazione. Difesa del Tg3 e della direttora, che da parecchi anni, ormai, governa il telegiornale della terza Rete. Governa con metodi che hanno fatto discutere all’interno della redazione ( c’è chi è fuggito, c’è chi ha provato la via sindacale, c’è chi si è rivolto al magistrato ) e con risultati che sarebbero non esaltati dai numeri.

Andiamo all’intervista. Si comincia parlando dell’attualità politica, di lavoro, ecc…ecc…ma, alla fine, la direttora va al sodo. Sembra essere quello il reale motivo del viaggio da Saxa Rubra a Palazzo Chigi. Rivolgendosi al premier ( appare tesa e nervosa ) la direttora dice sostanzialmente a Renzi”Lei ad Anzaldi lo deve richiamare!”. Lo dice papale papale, al microfono ( non sappiamo cosa è stato detto a microfono spento ) e lo mette in onda in apertura del telegiornale. Richiesta singolare e inusuale, che – bisogna dirlo – fa impallidire la schietta e criticata opinione di Anzaldi su Rai3 e il Tg3. Pare non siano state fatte richieste di punizioni corporali per Anzaldi. Comunque, Renzi, sereno e accorto, replica con semplicità: i commissari della Vigilanza svolgono il loro ruolo, hanno il sacrosanto diritto di esprimere la loro opinione, io mi occupo di altro.

La Direttora insiste e ricorda: ma i partiti non dovevano essere tenuti fuori dalla Rai? Già, i partiti. Lei – l’intervistatrice – pare che la direzione del Tg3 l’abbia trovata, a sua insaputa, nella calza della Befana…L’intervista volge al termine. In piedi è scomoda, Renzi prima di tornare al lavoro si limita a ricordare che lui al mattino non si occupa dello share televisivo della sera prima, ma di come vanno le cose nel mondo del lavoro. Ricorda anche che la Rai ha un nuovo bravo direttore generale. Penserà lui al da farsi per garantire il servizio pubblico, penserà lui a scegliere le persone che riterrà migliori per una Rai come il Paese auspica. La direttora a quel punto avrà pensato: e se andassi ad intervistare il direttore generale?

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