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Tg3, con la direttora si dialoga solo a colpi di lettere sui giornali

Tg3 diretto da Bianca Berlinguer, ultima puntata. Fughe di giornalisti e storie di transazioni giudiziarie (paga Pantalone). E le lettere...

Tg3, con la direttora si dialoga solo a colpi di lettere sui giornali
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14 Agosto 2015 - 21.37


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La storia è lunga, lo scenario consueto. Al Tg3, dove negli ultimi sei anni non sono mai state rose e fiori, l’asticella del disagio ha toccato livelli record. Complice il caldo, appunto record, complice le recenti nomine che non sono proprio piaciute, pare, alla direttora, sta di fatto che il clima si è fatto pesante come mai. La tensione si taglia a fette e somiglia a fiorentine con l’osso e il saluto – dicono – è più raro del panda.

Gli ultimi passaggi: una lettera dall’interno della redazione al Giornale ( che Globalist ha ripreso e che ripropone a chi volesse ripassarla ) e la replica della direttora ( ecco pure quella per chi, doverosamente, volesse leggerla ) che diceva peste e corna di una lettera inviata al Giornale ( e a quel giornale ), smentendo tutto e tutti e – pare – leggendo un nome preciso in calce all’atto d’accusa pubblico. C’è da dire che – come dicono al Tg3 – la direttora non ha mai concepito si potesse criticare di lei metodi e merito di quanto fatto. Probabilmente – aggiungono – per quel nome pesante, fin qui sempre destinato a facilitare le cose, ad aprire porte, a spalancare ascensori a garantire posizioni.

Vita dura per le critiche, in qualsiasi forma, vuoi in assemblea, vuoi grazie a “C’è posta per te”. Dopo gli ultimi passaggi pubblici, c’è chi ha preso tastiera e mail e ha continuato a dire la sua, contestando passo dopo passo la piccata replica della direttora al Giornale. “Mi hanno insegnato – scrive il primo ai colleghi della travagliata testata – che un giornalista non deve distorcere la verità (con tutte le sue ambigue sfumature) secondo i propri gusti, sebbene ciò accada ormai con dolorosa frequenza, come ha fatto il Direttore nella sua lettera al Giornale… E aggiunge:”Mi piacerebbe che il Cdr replicasse con due righe per ricordare che in numerose assemblee sono state prodotte quelle che lei chiama “ricostruzioni fantasiose” e “argomenti fallaci”, a meno di non considerare il dibattito sindacale un mero esercizio onanistico”. Il tema della fuga dal Tg3, che ha fatto tanto infuriare la direttora:”Per la fuga dal Tg3- ricorda il redattore del Tg che fu di Curzi ai suoi colleghi – conosciamo bene le motivazioni e le opinioni di quanti hanno preferito andare via e sono approdati al Tg1, Tg2, Rainews, Giornale radio, RaiParlamento e Raisport (e sono più di 13, mentre tra i 17 arrivi molti sono precari regolarizzati…” Gli ascolti, tema attorno al quale a tanti in redazione è apparso che il direttore provasse invano ad arrampicarsi su specchi, ma senza via di scampo. Parlano i rapporti quotidiani, dicono:”Sugli ascolti il Tg1 ha riconquistato ascolti, Il Tg2 ha contenuto le perdite e noi siamo stabili (forse) nello sprofondo dello scorso anno”. Altro tema, la qualità del prodotto di quel “Ripubblica” che pare diventato il Tg3, attardato sulle cose, attento, ma a suo modo, alla politica ( straripante ), un po’ insofferente alle cose del mondo e a tante altre cose, compreso il lavoro delle redazioni regionali e quello di diversi corrispondenti all’Estero. Lista nera? Ah, saperlo…Tutti temi sui quali pare che il Cdr avrebbe ampiamente consultato la redazione. Ignoto il risultato. In redazione c’è poi chi nota che “in realtà, nella lettera del direttore al Giornale c’è un elemento di grande preoccupazione. Infatti, cìè chi da anni le scrive e mai ha avuto risposta…Qual è il messaggio che emerge da questa vicenda? – dice – Che per avere risposte dalla direzione bisogna scrivere ai giornali…”.

Sul”rumoroso silenzio” che -a dire della direttora – caratterizzerebbe la redazione del Tg3 qualcuno replica così:” Non sempre chi tace non ha niente da dire. ..Come diceva Oscar Wilde, “è terribile come le persone ti dicano così assolute verità dietro le spalle.”. In attesa di dare pace al Tg3, altri ricordano che accanto alle fughe ci sono state tre, quattro situazioni che sono arrivate sul tavolo di un magistrato. E la Rai, per chiuderla lì e togliersi dall’imbarazzo, ha accettato di arrivare ad una transazione, sborsando decine di migliaia di euro. Paga Pantalone. La Rai.


Da leggere per capire bene: [url”Con Bianca Berlinguer il Tg3 è diventato Ripubblica.it “]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=77070&typeb=0&con-bianca-berlinguer-il-tg3-e-diventato-ripubblica-it[/url].

La replica della direttora: [url”Al mio Tg3 ascolti stabili e nessuna fuga di colleghi”]http://www.ufficiostampa.rai.it/pdf/2015/2015-08-11/2015081130974049.pdf[/url]

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