Una mamma imperfetta: parla Ivan Cotroneo

Il futuro del linguaggio televisivo, l'arrivo di Netflix, il suo 2015 in tv e al cinema: questi sono alcuni temi dell'intervista con lo sceneggiatore e regista.

Una mamma imperfetta: parla Ivan Cotroneo
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16 Febbraio 2015 - 09.41


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di Davide Monastra

Dal 13 gennaio 2015, Timvision sta riproponendo le due stagioni (50 puntate) di “Una mamma imperfetta”, la serie televisiva scritta e diretta da Ivan Cotroneo, andata in onda prima sul web, sul sito del Corriere della sera e poi su Rai2. “Sono curioso di capire quale sarà il futuro di Una mamma imperfetta perché, approdando su Timvision, troverà sicuramente un nuovo pubblico in Italia rispetto a quello che ha avuto finora” ha dichiarato lo sceneggiatore e regista. In soli 8 minuti, attraverso il suo diario e rivolgendosi allo spettatore, Chiara racconta con ironia la sua giornata, day by day e si rivolge allo spettatore ponendo delle domande che riguardano il suo mondo alle prese con i figli, Antonio e Maria, il lavoro, il marito Davide (Fausto Sciarappa) e le sue amiche Irene (Anna Ferzetti), Claudia (Vanessa Compagnucci) e Marta (Alessia Barela). “Quando stavo pensando a questa storia – ha dichiarato Ivan Cotroneo -, ho pensato a una serie che potesse andare in onda dal lunedì al venerdì e che potesse raccontare tutti i giorni della settimana della protagonista, della sua famiglia e delle sue amiche. Così mi è venuta l’idea di utilizzare un formato che non avevo mai usato, la serie web”.

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Com’è nata l’idea di “Una Mamma imperfetta”?

Stavo lavorando con i miei produttori, Nicola Giuliano e Francesca Cima, al mio nuovo film per il cinema dopo la “Kryptonite nella borsa”. Ho detto loro che volevo raccontare le famiglie di oggi e in particolar modo il ruolo delle madri lavoratrici e con figli, che sono in perenne affanno e che arrivano a fine giornata sempre con la lista di cose non fatte. Abbiamo quindi deciso insieme che questo era un argomento interessante, vivo e attuale. Quando mi sono messo a scrivere la storia però ho scoperto che quello che mi interessava veramente era raccontare il quotidiano di questi personaggi: avere quindi una struttura seriale e senza una risoluzione finale, tipica della scrittura cinematografica.

Che cosa è cambiato tra la prima e la seconda stagione?

Visto il successo avuto online dalla prima stagione, abbiamo messo in cantiere una seconda stagione di “Una mamma imperfetta”. Intanto è cambiata la regia. A dirigere la seconda stagione è stato Stefano Chiantini. Io però ho scritto tutti e 50 gli episodi, per garantire la continuità tra le due stagioni. Dal punto di vista narrativo, ci sono stati anche un maggiore approfondimento degli altri personaggi: le amiche della protagonista, le loro famiglie e ho inserito anche il punto di vista dei mariti.

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A quali modelli ti sei ispirato per la serie?

Sicuramente l’ironia di certe commedie seriali americane sulla famiglia. Penso soprattutto a Modern Family, che è una serie che mi piace moltissimo: per me è un riferimento nella commedia contemporanea sulla famiglia.

Pensata come una serie web, “Una mamma imperfetta” è stata trasmessa in televisione: credi che il pubblico italiano sia pronto per vedere anche sul piccolo schermo il linguaggio utilizzato sulla rete?

Io penso di sì. Il successo di serie come “Il candidato”, che a me piace molto, oppure il lavoro che fanno sul web i The Jackal, altro filone che mi interessa molto, ne è la prova. Io sono molto curioso del web. Penso che qui girino molti talenti e che nel futuro immediato lavoreranno in altri campi, come tv o cinema. Io penso che il pubblico ormai sia pronto al linguaggio nuovo e alla trasposizione in formato televisivo, magari in altre lunghezze, di quel tipo di libertà, di quel tipo di costruzione, di quel tipo di immediatezza nel dialogo tra i personaggi e il pubblico. Queste sono le cose che possono essere accolte con facilità dalla televisione. Sono queste le chiavi per portare qualcosa di nuovo nel panorama del piccolo schermo: prendere le cose più innovative e fresche del web e costruirci sopra un linguaggio più propriamente televisivo.

Come pensi che cambierà la tv con l’arrivo di Netflix in Italia?

È una bella domanda, ma non ho una risposta. Anche perché sono curioso anche io di sapere cosa succederà con l’arrivo di queste nuove piattaforme. Sono una libertà in più che permettono all’utente di decidere quando vedere, che cosa vedere e di spaziare in un panorama che comprende le novità, come succede ad esempio su Netflix, e tante cose di catalogo. È un allargamento dello sguardo. Sarà una ricchezza in più. Spero anche che Netflix ci dia la possibilità di realizzare nuove produzioni come succede negli Usa, dove a questa piattaforma sono legate serie tv di punta come House of Cards e Orange is the new black.

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Che cosa ti aspetti dal 2015?

Questo è un anno in cui ci sarà la terza stagione di “Una grande famiglia”, una serie che ho ideato e a cui sono molto affezionato. Poi, probabilmente dopo l’estate, ci sarà il debutto in tv di “È arrivata la felicità” una serie nuova che stanno girando in questi giorni e sono curioso di sapere se ho fatto, insieme agli altri sceneggiatori, un buon lavoro. Poi ovviamente voglio sapere che cosa succederà a “Una mamma imperfetta”. Voglio capire soprattutto che vita avrà la mia serie all’estero. Dalla Germania alla Russia, dalla Spagna agli Stati Uniti, dove è stata comprata dalla Abc Studios-Disney, voglio vedere come la mamma imperfetta italiana sarà adattata all’estero.

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