L’ottava edizione del festival della fiction di Roma, in programma all’Auditorium Parco della Musica dal 13 al 19 settembre, sarà la prima sotto la direzione artistica di Carlo Freccero e la prima che risente direttamente del nuovo corso del Paese in tema di spending review. Come spiegato nella conferenza stampa di stamane alla Casa del Cinema da Marco Follini, presidente dell’Apt (Associazione produttori televisivi), dai 7 milioni del 2011, si è passati a un budget di 1,6 milioni che hanno fatto sì che quella di quest’anno sia una “vetrina meno scintillante ma con più contenuto”. Un risparmio sostanzioso che non compromette – ha promesso Carlo Freccero – la qualità del festival.
“Abbiamo rinunciato alle star, tutto qui – ha detto il nuovo direttore direttore artistico -. Se pensate che per portare un divo a Roma si spendono almeno 50mila euro, il conto del risparmio e’ presto fatto”. L’edizione del Roma Fiction Fest 2014 si svolgerà in sette giorni di programmazione e ci saranno 44 anteprime internazionali, 6 italiane, con 21 Paesi rappresentati e un totale di 7.265 minuti di proiezione complessivi.
Gli appuntamenti più attesi sono con la miniserie “Fargo” (domenica 14) tratta dal film dei fratelli Coen e prodotta dagli stessi registi e per l’occasione arriverà a Roma la protagonista, Allison Tolman; “American Crime” (lunedì 15), serie americana dell’Abc che sarà trasmessa negli Usa nel 2015; la prima puntata della seconda serie dell’inglese “Utopia” (martedì 16) scelta per il suo folgorante incipit in Italia ai tempi del caso Moro – “Avevo invitato Vespa, che compare nelle immagini di repertorio, ma lui è troppo impegnato con la politica”, ha detto Freccero -; “True detective” (mercoledì 17), la serie dell’anno, preceduta dalla proiezione del film “La strategia del ragno” e da una videointervista di Bernardo Bertolucci; la “serata Queer” dedicata al mondo Glbt (mercoledì 17) con le serie “Orange is in the New Black”, “Looking” e “Transparent”, quest’ultima prodotta da Amazon; la retrospettiva della serie originale del 1990 della Bbc “House of Cards” (giovedì 18) con Ian Richardson di cui è stato fatto il remake con Kevin Spacey.
Carlo Freccero ha spiegato che la presenza modesta delle produzioni italiane (6 serie su 50) è dovuta principalmente a due fattori, “alcune serie, come ‘Oriana’ sulla vita della Fallaci, non sono ancora terminate mentre altre come ‘I Cesaroni’ o ‘Squadra di Polizia’ sono già in programmazione e non mi interessava riproporle”.
Il Roma Fiction Fest, ha detto poi Freccero, “è un festival di cinema e politica. Oggi la fiction ha successo perchè rappresenta una critica spietata alla società, al sistema neoliberista. Il titolo del festival, ‘fingiamo che sia fiction’, vuol dire questo: è un po’ situazionista, ma questa è la mia storia”.
Il direttore artistico, polemista di razza, ha poi lanciato una domanda: “Perché oggi il povero Don Matteo batte i talk show? Perché di fronte alle complessità e l’incertezza di oggi, uno si rifugia nella provincia dove le contraddizioni si ricompongono. Invece di pensare solo a rottamare bisognerebbe cercare di promuovere valori più sicuri”.
