Antonio Giuliani entra nella nutrita squadra de I Simpson. Darà la voce a due personaggi che arricchiscono la trama orizzontale della serie creata da Matt Groening, che la famiglia animata più famosa del mondo incrocerà nella 25a stagione. Ma non aspettatevi uno slang romanesco, perché il comico romano che si divide tra teatro, fiction e cabaret è stato chiamato a interpretare un tipico turista americano e un cinese ossessionato dalla moglie defunta.
Cosa accade ai tuoi personaggi?Nel primo episodio sono un turista che arriva a Springfield con la moglie in station wagon e chiede a Marge se può indicargli una pensione dove passare la notte. Malauguratamente, però, verrà invitato in casa. Siamo a Natale e gli propinano il Gatorade facendolo passare per un tipico liquore natalizio… Inutile dire che ognuno della famiglia darà il peggio di sé. Alla fine il tipo si renderà conto di essere arrivato in una gabbia di pazzi.
E nel secondo episodio?Lì sono un cinese che sta cercando sua figlia e incontra Homer: finiranno al bar ubriachi, in preda a visioni mostruose e apparizioni di mogli che si raccomandano di non bere! “Mia moglie sempre con me…anche da morta” – ripete sempre il mio personaggio. E giù Homer con le sue esclamazioni! È stato bello ritrovare in sala doppiaggio Massimo Lopez (ndr, doppiatore di Homer Simpson): l’ho incrociato una volta, lui usciva e io entravo. Con lui ho frequentato Buona Domenica e poi vent’anni fa facemmo insieme una pubblicità di biscotti, ma non se la ricorda nessuno. Lui faceva Mago Merlino e io il suo assistente.
Che impressione fa entrare in una serie che ha segnato l’immaginario collettivo mondiale?È stata una grande emozione. In America attori famosissimi chiedono agli autori di partecipare come guest star, perché I Simpson sono un vero e proprio fenomeno. E poi io li guardo in tv, e ho anche il film. Per me è sempre una sfida doppiare, perché significa adottare tempi diversi di recitazione, lavorando costantemente sulla dizione, e io non nasco come doppiatore. A 47 anni mi avvicino a quest’universo e lo faccio con grande umiltà, perché credo sia la forma artistica più difficile in assoluto. Più complicata del teatro e della tv, persino delle piazze…e intrattenere 14mila spettatori allo stadio olimpico non è una passeggiata!
Ma non è la prima volta.Prima dei Simpson ho doppiato per 7-8 puntate Brick “la recluta” nella serie animata A tutto reality: lì sono un ragazzone dalla voce impostata, bello fisicato ma bambacione. Poi altri due progetti, tra cui un film francese. Ma sai chi mi piacerebbe veramente ri-doppiare? Il mitico Romeo de Gli Aristogatti, “er mejo der Colosseo”.
I Simpson scimmiotta il lifestyle della famiglia statunitense media, il tuo ultimo spettacolo – Nato in Italy – è una carrellata di istantanee del nostro Paese. Prossimi passaggi?Eravamo pronti a partire con “All’ombra del Colosseo”, ma il Comune di Roma ha stretto i cordoni della borsa e questa storica manifestazione dell’Estate Romana quest’anno per la prima volta salta. E dire che eravamo alla 25a edizione, con un cartellone di presenze come Teo Teocoli, Ale e Franz, Aldo Giovanni e Giacomo. Da qui a settembre farò quattro serate nei teatri di cintura – forse il Comune li ha chiamati così perché ‘strigne’ la cinghia! – con i ragazzi del corso teatrale che, dopo Tor Bella Monaca, organizzo al centro Gabriella Ferri di Via Tiburtina. E’ un corso gratuito, da cui sono usciti comici come Alberto Farina e il duo Marco&Mattia.