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La sfida della televisione

Alla Producers Guild Conference, tenutasi a Los Angeles ad inizio giugno, si è discusso sul futuro della televisione

La sfida della televisione
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26 Giugno 2014 - 21.25


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di Mattia Nicoletti

All’inizio di giugno alla Producers Guild Conference a Los Angeles, i produttori si sono confrontati sul futuro della televisione per comprendere come affrontare la rivoluzione che il settore sta vivendo. Le nuove modalità di visione, la frammentazione dell’audience, l’entrata in campo di player che introducono innovative forme di fruizione dei contenuti, impongono strategie oculate che consentano ritorni sugli investimenti fatti.

Marshall Herskovitz, presidente della Producers Guild of America, ha dichiarato in quella sede come la televisione oggi non possa essere più semplicemente definita tale e ha puntualizzato che fino a venti anni fa nessun grande tv show potesse sopravvivere senza un’audience di 20 milioni di spettatori, mentre nel 2014 nessuno può vantarsi di raggiungere questi numeri. L’universo televisivo sta infatti subendo numerosi scossoni per il moltiplicarsi di nuovi player, dal servizio di streaming Netflix a Amazon Studio, che hanno iniziato a offrire prodotti originali oltre a serie tv di cui acquistano i diritti da altri Network. In particolare Amazon, il colosso dell’e-commerce, offre da qualche mese negli USA un abbonamento che non è esclusivo ai contenuti video. Infatti chi si iscrive a Prime, il servizio di consegna gratuita di Amazon, automaticamente ha accesso a film, e serie tv. L’obiettivo finale non è quindi l’audience ma fidelizzare i clienti all’acquisto offrendo loro qualcosa in più.

“In questo panorama il pubblico richiede contenuti di alta qualità”, ha dichiarato la produttrice televisiva Jessica Borsicky, “senza tenere conto tuttavia che il numero degli spettatori che li guarda, a causa dell’elevata offerta disponibile, diminuisce continuamente”.

La sfida che i produttori stanno affrontando è quella di realizzare grandi show senza avere una certezza del ritorno sull’investimento, soprattutto quando i network devono sopravvivere con gli investimenti pubblicitari. Cable tv e servizi a pagamento come Netflix sono invece obbligati a investire sempre più in produzioni originali per mantenere e incrementare il numero degli abbonati.

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