I presidenti di Anec Lazio, Giorgio Ferrero, e Anem, Carlo Bernaschi, hanno scritto un testo comune sull’argomento “Riconversione Cinema Chiusi e sostegno ai cinema attivi di Roma”, dopo la lettera aperta inviata da 19 personalità del mondo del cinema al sindaco di Roma, Ignazio Marino, per ribadire il loro [url”no al sacco delle sale cinematografiche della Capitale”]http://giornaledellospettacolo.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=80079&typeb=0&17-02-2015–Da-Scola-a-Bertolucci-No-al-sacco-dei-cinema-di-Roma[/url].
Anec Lazio ed Anem, le Associazioni di categoria delle sale cinematografiche intendono porre chiarezza sul percorso portato avanti da Roma Capitale per la riconversione dei 42 cinema chiusi, anche a seguito della presa di posizione di alcuni autorevoli personalità del mondo del cinema.
Spiace osservare come ogni qual volta l’Amministrazione Comunale attivi un percorso di rigenerazione urbana e di riconversione delle sale in disuso, si levino da più parti alzate di scudo a difesa di un vincolo di destinazione d’uso urbanistico senza tener conto di ciò che è avvenuto negli ultimi 30 anni e dei processi di trasformazione culturali ed urbani che si sono avvicendati nella nostra società.
Anche in passato ogni tentativo di riattivare spazi abbandonati da decenni, fantasmi urbani di degrado e d’immobilismo ha subìto reazioni ideologiche avulse dalla realtà, ignorando l’andamento storico del mercato cinematografico. Ci rammarica rilevare come un’ipotesi di riconversione di cinema chiusi da decenni – su cui sta lavorando l’Amministrazione capitolina dopo anni di imbarazzanti fallimenti – susciti ingenerose critiche da parte dei nostri artisti.
Varrebbe la pena ricordare che questi cinema chiusi sono in gran parte di proprietà privata. Se qualcuno ha interesse a riaprirli – anche per questioni di affinità professionale o artistica – potrebbe tranquillamente avanzare concrete proposte, farsi avanti e tutti noi ne sosterremo lo sforzo.
In questi anni il mercato cinematografico romano è radicalmente mutato: si è passati da 78 schermi nel 1985 agli attuali 350 schermi; tutto ciò mentre il numero degli spettatori è costantemente diminuito passando dai 14 ai 12 milioni di spettatori l’anno.
I cambiamenti nel consumo di cinema, la flessione dei consumi culturali, l’aumento dei costi di gestione e la ridotta accessibilità nei centri urbani hanno portato alla chiusura di moltissime schermi. Da decenni a Roma ci sono decine di sale cinematografiche chiuse, abbandonate, degradate; sale chiuse perché non hanno economicamente resistito alla flessione dei consumi e all’aumento dei costi di gestione.
Queste sale, vista la saturazione del mercato e l’insostenibilità economica della gestione cinema sono ancora vincolate ad una destinazione d’uso che non ha più ragione d’essere.
Nel frattempo invece i cinema attivi non godono alcun tipo di sostegno, incentivo o agevolazione fiscale.
Il “cinema” deve essere sostenuto non solo quando si tratta di restituire alla città spazi degradati da oltre 20 anni con progetti innovativi di mix funzionali (housing sociale, laboratori artistici, spazi multifunzionali, etc.) ma, anche e soprattutto, in difesa di chi – in condizione di estrema difficoltà economica, aggravata dall’aumento di qualsiasi tipo di costo di gestione e tassazione e senza alcun serio incentivo – continua a credere in questo settore.
Infine c’è il capitolo della formazione del pubblico; è necessario educare e formare le giovani generazioni ad amare il cinema in sala e sostenere nuove attività imprenditoriali, solo così si potrà ottenere un pubblico in grado di sostenere in futuro, anche economicamente, le sale cinematografiche.
Mercoledì 18 Febbraio 2015
Il Presidente ANEC Lazio
Giorgio Ferrero
Il Presidente ANEM
Carlo Bernaschi