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Shakespeare incontra Brecht nell’Hamlet di Tulinius

In prima nazionale, al Carignano di Torino, i Tiger Lillies con Theatre Republique, diretti da Martin Tulinius, rileggono la tragedia del Bardo tra cabaret e humor.

Shakespeare incontra Brecht nell’Hamlet di Tulinius
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21 Febbraio 2017 - 10.11


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di Nicole Jallin

Il pubblico torinese ha assistito al Carignano, tra il 16 e 19 febbraio, a una versione di Hamlet quale tandem teatrale della compagnia inglese Tiger Lillies e dei danesi Theatre Republique, con la regia molto intuitiva di Martin Tulinius. Un progetto internazionale proposto dallo Stabile piemontese che conduce (per quasi due ore e mezza) in una decostruzione critica del dramma di Elsinore, rivisitato nell’interpretazione (in inglese con sopratitoli italiani) ispirata, precisa, affiatata di Morten Christensen, Andreane Leclerc, Andrea Vagn Jensen, Zlatko Buric, Pelle Kann, a cui s’aggiunge la sonora incursione di commento, di presa di coscienza, di rivelazione disincantata della realtà, dei “narratori birichini” Martyn Jaques, Adrian Stout, Jonas Goefrey Golland.

Con commistioni tecniche e stilistiche, che includono proiezioni video, impianti scenografici ribaltabili, evoluzioni circensi di anatomie, surreali rallentamenti di movimento e rimandi visivi all’assurdo beckettiano, Hamlet inserisce la storia e i personaggi shakespeariani in una riflessione sulla futilità esistenziale, o meglio, sull’inutilità del giusto agire, dello sforzo della ragione e dell’onestà in contrasto correttivo all’abuso, all’egoismo, al delirio della bassezza morale.

Vediamo una nuova coppia reale (Gertrude/Vagn Jensen e Claudio/Buric) complice e godereccia negli intenti e negli scopi di potere; vediamo un Polonio (Kann) con volto da roditore la cui indole possessiva per la figlia si stilizza in braccia satiriche che ricordano i tratti di Gerald Scarfe; un’Ofelia (Leclerc) casta nelle vesti e consumata da un’amore adolescenziale che, in una commovente parata funebre, la concede a quella ladra di vita che è la morte. Vediamo la proiezione – con suggestiva immagine gettata sui toraci nudi degli attori – dello spettro (e del ricordo) di un padre che chiama la dedizione del figlio alla propria vendetta. E vediamo Amleto (Christensen), la cui ambizione per l’equità, la logica, la legittimità nel nome dell’affetto genitoriale, lo condurrà (come Macheath) a maneggi strategici, a messinscena (metateatrali) per smascherare falsità; lo condurrà alla condanna di pazzia, alla veemenza di gesti e parole, alla ripicca dissetata solo con la violenza (anche carnale) prima verso la madre e l’amata, poi verso Laerte (Kann) e, infine, verso se stesso, nella considerazione del suicidio come soluzione, cessazione di ogni angoscia: liberazione ultima, unica.

È il lato oscuro dell’essere umano, quello che pervade la scena straniante, gotica, ironica e scurrile concepita da Tulinius. È la scoperta che, per natura, ogni uomo e donna torna inevitabilmente alla corruzione, giusto o sbagliato che sia: tutti tentatori e tentati dal materiale, dall’autorità, dalla lussuria, anche a costo dell’abominio, dell’assassinio. A renderlo esplicito, le melodie e i canti dei Tiger Lillies, che paiono derivare da una espressionistica, eccentrica ispirazione brechtiana, e che sono voce descrittiva cinica, schietta, realistica: la carne è debole, l’anima pure. Fa parte dell’essere umano: siamo così, viviamo così, ed è il solo modo che conosciamo. E mentre questo dialogo tanto impossibile quanto verosimile tra Brecht e Shakespeare suggerisce che il nostro animo “guarirà” quando il giorno e la notte smetteranno d’inseguirsi, in noi si fa largo l’idea che, forse, la follia e il teatro restano in fondo ancora una valida via di salvezza reale.

Teatro Carignano, piazza Carignano 6, Torino, info teatrostabiletorino.it

HAMLET
da William Shakespeare
con Morten Christensen, Andreane Leclerc, Andrea Vagn Jensen, Zlatko Buric, Pelle Kann
narratori birichini Martyn Jaques, Adrian Stout, Jonas Goefrey Golland
regia e scene Martin Tulinius
in collaborazione con Martyn Jaques (cantante e direttore musicale The Tiger Lillies) e Hans Christian Gimbel

Tiger Lillies / Theatre Republique

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