Il Mistero Buffo è un collage divertente e satirico di misteri e giullarate medioevali e rinascimentali, volto ad insegnare a grandi e piccoli che il potere può facilmente essere annientato con grosse risate.
E’ stato presentato per la prima volta nel 1969. Lo si può descrivere come un insieme di monologhi che raccontano alcuni episodi biblici, ispirati ad alcuni brani dei vangeli apocrifi o a racconti popolari sulla vita di Gesù. Dario Fo in questa opera reinventa una lingua reinventata, ci sono infatti molte parole onomatopeiche. Una miscela di linguaggi definita grammelot, che assume la cadenza delle lingue locali padane.
Ebbe molto successo e fu replicato migliaia di volte, perfino negli stadi, influenzò molti autori e attori, e viene considerato un modello per il genere del teatro di narrazione.
L’opera ha il grande merito di aver fatto prendere coscienza dell’esistenza di una cultura popolare che per Fo vero è il cardine della storia del teatro.
L’esposizione del Mistero buffo, suoni, versi, parole e canti, sono uniti in modo inscindibile alla gestualità. Lo stile è quelle delle rappresentazioni medioevali eseguite dai giullari e dai cantastorie.
Il titolo “Mistero buffo”, i riferisce ai Misteri (cioè alla mistificazione dei fatti storici) riletti in chiave buffonesca.