Pasolini a ottobre apre la stagione del Teatro La Pergola di Firenze

Calderón, la tragedia in versi scritta nel 1967 e pubblicata nel 1973, si ispira al capolavoro del grande tragediografo spagnolo del “Secolo d’oro” Pedro Calderón de la Barca

Pasolini a ottobre apre la stagione del Teatro La Pergola di Firenze
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20 Settembre 2016 - 09.29


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Federico Tiezzi e Sandro Lombardi firmano Calderón, la tragedia in versi scritta da Pier Paolo Pasolini nel 1967 e pubblicata nel 1973. Il poeta di Casarsa si ispira al capolavoro del grande tragediografo spagnolo del “Secolo d’oro” Pedro Calderón de la Barca (1600-1681), La vita è sogno. Non mutano i nomi dei personaggi centrali (Basilio, Sigismondo e Rosaura), mentre molto diverse sono situazione, trama, ambientazione.

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Bloccati in una storia e in una società cui non vogliono appartenere, i protagonisti di Calderón vivono nello spazio doloroso fra la rabbia e la nostalgia, l’amore per il mondo e la rabbia verso gli adulti, i padroni della storia. Una produzione Teatro di Roma – Fondazione Teatro della Toscana.

Trama Siamo nella Spagna franchista del 1967. Rosaura fa tre sogni successivi, ognuno in un ambiente diverso – aristocratico, proletario, medio borghese – a significare l’impossibilità, per tutti, di evadere dalla propria condizione sociale. Nel primo sogno Rosaura si innamora di Sigismondo, un ex amante della madre che scoprirà essere suo padre; nel secondo, da prostituta, si innamora di Pablito, un ragazzo che scoprirà essere suo figlio; nel terzo è una moglie rassegnata al proprio destino, che si innamora di Enrique, uno studente rivoluzionario. Il tema della diversità, della irriducibilità di ogni essere umano alle logiche del potere borghese, è dunque ricorrente in tutti i sogni, risolto nelle metafore di amori incestuosi. Segue una quarta (e ultima) incarnazione di Rosaura in uno “scheletro bianco quasi senza più capelli, nella cuccia”: lo scheletro vivente di una vittima delle SS naziste, nello stesso salone di reggia trasformato in lager, mentre irrompe il coro degli operai comunisti in veste di salvatori.

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Note dell’autore “In tutti e tre i suoi risvegli, Rosaura si trova in una dimensione occupata interamente dal senso del Potere. Il nostro primo rapporto, nascendo, è dunque un rapporto col Potere, cioè con l’unico mondo possibile che la nascita ci assegna. Il Potere in Calderón si chiama Basilio (Basileus), ed ha connotati cangianti: nella prima parte è Re e Padre (appare nello specchio – con l’Autore!! – come nel quadro di Diego Velásquez Las Meninas), ed è organizzato classicamente: la propria coscienza di sé – fascista – non ha un’incrinatura, un’incertezza. Nella seconda parte – quando Rosaura si risveglia ‘povera’, sottoproletaria in un villaggio di baracche – Basilio diviene un’astrazione quasi celeste (sta nello stanzone di Las Meninasvuoto, come sospeso nel cosmo: e da lì invia i suoi sicari sulla terra); infine, nella terza parte, è il marito piccolo-borghese, benpensante, non fascista ma peggio che fascista”.

Pier Paolo Pasolini

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