Sono passati quarant’anni dalla notte che tra il 1° e il 2 novembre 1975 si portava via uno degli intellettuali più incisivi, scomodi ed eloquenti del Novecento: Pier Paolo Pasolini. Da allora quelle PPP, incise, indelebili, nella nostra coscienza, sono diventate l’acronimo di un lirismo scandaloso e maliardo; le iniziali di un sentimento livido e passionale; la sigla di un linguaggio ruvido e violento, preziosamente contaminato da forme gergali e dialettali; la traccia eterna di “una nera rabbia di poesia nel petto”.
Oggi, quattro decenni dopo, il Teatro di Roma diretto da Antonio Calbi omaggia il poeta friulano dedicandogli uno dei complessi tematici che compongono il ricco cartellone di questa Stagione di Progetti 2015/2016: «Da sempre – ha spiegato il Direttore – ritengo che preparare una stagione sia costruire un progetto, attraverso una sorta di “regia” culturale. Un cartellone non deve essere, a mio parere, una semplice infilata di titoli ma deve essere ragionato, offrire dei percorsi, perché il teatro sin dalla sua invenzione è uno strumento e un’esperienza che permette di comprendere meglio la nostra realtà. Ne consegue che ogni stagione è diversa, in base alle linee editoriali che fissiamo e che servono come linee di indagine. La passata stagione, la prima con la mia direzione, è stata ricca e articolata e ha contribuito al rilancio di Roma anche come capitale culturale. Non è stato facile, considerate le condizioni difficili e la ferita di scoprirsi una città corrosa dal malaffare e dalla cattiva gestione. Eppure il teatro ha risposto: Roma è approdata sul palcoscenico dell’Argentina con un suo “Ritratto” pochi giorni prima che scoppiasse Mafia Capitale. Abbiamo realizzato più di 600 alzate di sipario, raddoppiato gli abbonati e gli incassi al botteghino, triplicato gli spettatori e i frequentatori delle nostre attività culturali. Abbiamo riaperto il cantiere del Teatro India e siamo stati riconosciuti dal
MiBACT Teatro Nazionale. I risultati ottenuti valgono davvero il doppio, almeno per noi che abbiamo tenuto aperto i nostri due teatri, dalla mattina a notte fonda, facendo del Teatro Argentina una vera agorà della città. Voglio ricordare, in tal senso, il ciclo “Luce sull’archeologia”, con lunghe code la domenica mattina, e l’omaggio a Luca Ronconi, una serata che rimarrà nella memoria di coloro che affollavano all’inverosimile il teatro settecentesco per coprire di applausi infiniti e commossi i venti magnifici interpreti di diverse generazioni».
E quest’anno, tra le 15 sezioni proposte, spicca “Roma per Pasolini”, un focus celebrativo “anomalo” che, tra danza, teatro, musica, e un vera e propria “drammaturgia itinerante” su rotaia, darà vita ad un’immancabile “pluralità” creativa per natura stilistica, per ispirazione artistica, per indagine poetica: «Pasolini – ha aggiunto Calbi – resta un punto fermo per chi si occupa di cultura, ma direi per tutti noi. Il suo sguardo, il suo pensiero acuto e profetico, rimangono di grande attualità ancora oggi. Abbiamo omaggiato il poeta di Casarsa già lo scorso anno, con Ragazzi di vita letto da Fabrizio Gifuni, una domenica mattina, proprio il 2 novembre, giorno del suo omicidio, con il Teatro Argentina stracolmo, cui è seguito Una giovinezza enormemente giovane di Borgna con Roberto Herlitzka. Proseguiamo quest’anno con una nuova cantata di Giovanna Marini, con un coro di venti elementi e la voce recitante di Enrico Frattaroli, Sono Pasolini; altra nostra produzione è il Caldèron, ovvero la riscrittura de La vita è sogno di de la Barca, con la regia di Tiezzi, cui seguono Il Vantone, ovvero il Miles di Plauto, con Ninetto Davoli, un recital di Francesca Benedetti, una erinni della scena, Dopo Paolini, un singolare lavoro intimista per sei spettatori alla volta in una roulotte che parcheggeremo nel piazzale del Teatro India, proposta del Teatro delle Ariette, fino alla chiusura con PPP Ultimo inventario prima di liquidazione di Ricci/Forte. Ma debbo anche citare Ragazzi di vita, diretto da Massimo Popolizio, con uno squadrone di giovani interpreti, per la prima volta portato su un palcoscenico, il quale aprirà la stagione 2016/17, chiudendo in novembre l’anno pasoliniano».
E “pasoliniano”, per conformazione arcaica e malinconica, è anche l’habitat dell’India che ospiterà cinque dei sette lavori in programma. Dopo l’incontro di sonorità con Giovanna Marini, dal 27 ottobre al 1° novembre, a dicembre le coreografie di Bastard Sunday firmate da Enzo Cosimi scomporranno la presenza visionaria dello scrittore con movimenti di anatomie androgine, spazialità rarefatte e melodie elettroniche. A marzo, la pellicola “infernale” di Salò riecheggerà ne La stanza della tortura: un racconto per voce sola, quella di Francesca Benedetti, con location vermiglie e umanità deviate. Intanto, ad aprile, all’Argentina, il citato Calderón di Tiezzi mostrerà personalità relegate (per scelta) al nomadismo dolente tra astio e rimpianto; mentre, a giugno, la sensibilità inquieta e il fascino perverso di ricci/forte saranno artefici di PPP ultimo inventario prima di liquidazione, nel recupero di un urlo etico, mistico e lacerante da rendere a un bisognoso presente culturale degradato e disperso. C’è poi grande attesa per il primaverile fischio del Treno corsaro – In viaggio con Pier Paolo Pasolini: «È il progetto – ha concluso il Direttore – cui più teniamo ma anche il più ardito e complesso. Ci piace considerarlo un sogno da concretizzare. Nasce dal viaggio che Pasolini fece seguendo il periplo delle coste italiane nel 1956. Noi stiamo costruendo una drammaturgia viaggiante che attraverserà la dorsale della penisola dal Friuli nativo a Matera, la città scolpita del suo celebre Vangelo. Un percorso a tappe che toccherà Udine, Venezia, Milano, Bologna, Firenze, Arezzo, Viterbo, Roma, Napoli, e che stiamo componendo insieme al CSS di Udine, che chiuderà la stagione».
* Questo articolo è stato pubblicato sul Giornale dello spettacolo anno 70, [url”n. 6 – Ottobre 2015″]http://giornaledellospettacolo.globalist.ch/Detail_News_Display?ID=85462&typeb=0&giornale-dello-spettacolo-speciale-romaff10[/url]