RomaEuropa Festival: creazioni artistiche per il rinnovamento | Giornale dello Spettacolo
Top

RomaEuropa Festival: creazioni artistiche per il rinnovamento

Quello a cui punta la 29esima edizione della rassegna è chiaro: la fioritura dell'arte che è la linfa vitale della società

RomaEuropa Festival: creazioni artistiche per il rinnovamento
Preroll

GdS Modifica articolo

23 Settembre 2014 - 11.50


ATF
di Davide Monastra

Quello a cui punta la 29esima edizione del Romaeuropa Festival, che si svolgerà dal 24 settembre al 30 novembre 2014, è chiaro: la fioritura dell’arte, che della società è la linfa vitale. Un bouqet di fiori e “Linfa vitale” sono anche rispettivamente il logo e lo slogan scelti per accompagnare la manifestazione in cui la danza di Akram Khan e Israel Galván, Hofesh Shechter, Frédérick Gravel, il teatro di Angélica Liddell, ricci/forte, Giorgio Barberio Corsetti, Emma Dante, il nuovo circo di Acrobates, Dada Masilo, l’arte e soprattutto la musica con Digital Life, Alain Platel, Letizia Renzini, Motus, le Luci della Centrale Elettrica, Deezer trasformeranno Roma in un grande spazio per la creazione contemporanea.

Oltre alla pluralità di linguaggi artisti e a mescolare l’estetica del passato con le rivisitazione del presente e le suggestioni del futuro Romaeuropa Festival propone una rigogliosa offerta, che si nutre della qualità e dell’alto profilo internazionale degli artisti che si esibiranno, con 52 progetti artistici, 118 giorni di spettacolo, con le nuove sonorità e le nuove espressioni della creazione contemporanea di cui 20 anteprime italiane e 5 prime mondiali, oltre alle 10 installazioni sonore in Digital Life – Play, progetto giunto al quinto anno che esplora il rapporto tra arte e nuove tecnologie.

«La città, l’orizzonte internazionale, il valore delle opere degli artisti contemporanei, il rapporto con il pubblico sono da sempre i nostri punti di riferimento, e da questi ripartiamo con questa nuova avventura» ha spiegato il Direttore Fabrizio Grifasi. «Fin dalla sua nascita», ha aggiunto il presidente Monique Veaute, «la Fondazione ha creduto nell’Europa come indica il suo stesso nome, e, quest’anno in cui l’Italia assume la Presidenza del Semestre Europeo, dedichiamo il Festival a questa idea realizzata, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, e da migliorare anche con il contributo del mondo della cultura».

Il festival si rilancia nella presenza cittadina, in 14 spazi associati al festival, aumentando le collaborazioni sul territorio di Roma. Sono state rafforzate le partnership con i teatri storici, come il Teatro di Roma, il Teatro Piccolo Eliseo, il Teatro Argentina e l’Auditorium della Conciliazione, sono state create nuove collaborazioni come, ad esempio, quella con il Teatro Brancaccio, che per il primo anno collaborerà con Romaeuropa.

Romaeuropa si presenta quindi con un’edizione totalmente in controtendenza: un festival con più offerta, un festival più ricco, radicato sul territorio, che punta ad allargare e a coinvolgere il pubblico più eterogeno possibile. «Noi in un certo senso con l’edizione 29 del festival di Romaeuropa ci rilanciamo – ha spiegato Grifasi -, ci presentiamo con un programma ancora più ricco, con moltissimi artisti che sono per la prima volta al festival e rafforziamo quindi questa missione molto chiara che Romaeuropa ha sempre avuto, di essere al fianco di un rinnovamento artistico. In un momento difficile, bisogna guardare alla ricchezza e alla vitalità della creazione artistica, che è la prima a dover essere rilanciata per risollevarsi da qualsiasi crisi: É giusto trasformarsi. É giusto aprirsi ulteriormente: più progetti, più posti per il pubblico, più partecipazione, più collaborazioni a Roma sul territorio, più collaborazioni europee».

Il programma sarà aperto da Torobaka di Akram Khan e Israel Galván, con due universi coreografici diversissimi – il khatak e il flamenco -, che si confronteranno. Reinterpretare antiche tradizioni in chiave contemporanea è uno dei fili che legano gli spettacoli della kermesse. Cosi Andrea Baracco rimaneggerà il più complesso tra i testi di Shakespeare nel suo Hamlet e Anagoor lavorerà sul rapporto tra arte, retorica e potere attraversando le pagine dell’Eneide in Virgilio brucia. Ricci/forte affronterà di petto il nostro tempo con un cortocircuito dal teatro al reality a ritmo di hard rock, Darling, sguardo sul presente filtrato dall’Orestea di Eschilo e la malinconia tutta contemporanea di Edward Hopper. Il repertorio della musica barocca affiorerà in diverse creazioni, creando una specie di filo conduttore: Alain Platel e il suo Coup fatal sarà soprattutto un concerto dove la musica antica, reinterpretata dal compositore Fabrizio Cassol, si colorerà delle suggestioni della rumbla congolese con il controtenore Serge Kakudji e i 14 musicisti in scena di Kinshasa; mentre un raffinato gioco di specchi esalterà le tensioni tra parola e canto nel King Arthur di Motus, che per la prima volta si confronteranno con la musica del Seicento, così come Letizia Renzini e Sabina Meyer nel Ballo delle ingrate. Il barocco sarà protagonista anche Tandy di Angélica Liddell, dove risuonerà Il lamento della Ninfa di Claudio Monteverdi.

La danza emergente italiana e internazionale sarà protagonista con la rassegna Dna, curata da Anna Lea Antolini, che quest’anno intreccia i diversi linguaggi di Jefta Van Dinther (Svezia) e Thiago Granato (Brasile), Louise Vanneste (Belgio), Sharon Fridman (Spagna), Claudia Catarzi, Arno Schuitemaker (Olanda), Itamar Serussi (Olanda), Noè Soulier (Francia), Raffaella Giordano, Daniele Ninarello, Manfredi Perego, i Dnappunti coreografici, la vetrina Anticorpi XL, le coreografie Tacita Muta di Adriana Borriello, e Indigene di Virgilio Sieni, entrambe dal progetto Vita Nova di Sieni dedicato ai giovani interpreti. Mentre per il teatro sarà in scena Operetta burlesca di Emma Dante, che affronterà la storia di un ragazzo omosessuale dalla passionalità vulcanica, rassegnato alla soffocante staticità della provincia in cui vive.

In Romaeuropa ci sarà spazio anche per la musica clubbing, i cantautori, le nuove tendenze e i ritmi etnici. L’elettronica pulserà nelle note di Ben Frost, mentre a La Pelanda si fonderanno le contaminazioni tra bit elettronici e tradizione africana della rassegna Afropolitan e un nuovo linguaggio, sospeso tra danza e nuovo circo, celebrerà il corpo con gli Acrobates di Stéphane Ricordel e Olivier Meyrou. Sempre a La Palenda si svolgerà l’evento speciale costruito ad hoc per Romaeuropa da Vasco Brondi de Le Luci Della Centrale Elettrica.

Native

Articoli correlati