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Sanremo 2026 prende il via: annunciati i titoli delle canzoni

Dal 24 al 28 febbraio all’Ariston torna un’edizione ricca di giovani nomi. Carlo Conti guida il Festival tra nuovi talenti, grandi ritorni e l’eterna liturgia nazional-popolare.

Sanremo 2026 prende il via: annunciati i titoli delle canzoni
Fonte: radioactive20068.it
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18 Dicembre 2025 - 17.08 Culture


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di Christopher Giuseppe Catania, Chiara Monti e Victoria Picchietti

In Italia esistono poche certezze e una di queste è la “Settimana Santa” di Sanremo. Per sette giorni e sette notti, dal 24 al 28 febbraio 2026, l’attenzione degli italiani è tutta rivolta al palco dell’Ariston, dove si celebra il più solenne dei riti nazionali: il Festival di Sanremo. Chi è davanti al televisore, chi commenta sui social, chi discute in ufficio o a cena in famiglia, tutti entrano in modalità “giudici del Festival”, pronti a scrutinare ogni gesto, ogni nota e ogni parola dei protagonisti.

Ma cosa dovremo aspettarci? Anche quest’anno Carlo Conti sarà alla conduzione del Festival, ogni gesto, ogni parola del conduttore è scrutinato, analizzato e amplificato. La critica non è fatta solo dalla sala stampa, bensì dagli spettatori a casa, i più crudeli giudici di ogni edizione.

Domenica scorsa sono stati presentati in prima serata gli artisti e le loro canzoni. Un festival a base indie si direbbe, con personaggi come Fulminacci, Levante, Bambole di Pezza, Ditonellapiaga, Tredici Pietro e tanti altri, ci faranno piangere o ballare? In generale si respira aria fresca quest’anno, tanti nomi giovani e nuovi talenti con qualche piccola eccezione che ci riporta all’atmosfera dei primi anni 2000.

Il red carpet del lunedì sera dà il via alle danze e durante le prime due serate le porte dell’Ariston si aprono al pubblico, i cantanti sfilano uno a uno: chi porta la croce dell’autotune e chi tenta il miracolo del tormentone estivo fuori stagione. Quest’anno a trionfare all’Ariston sarà l’amore, ma anche la crescita personale e come sempre la musica stessa. I cantanti hanno trasformato esperienze personali in storie universali che tutti possono interpretare e vestire.

Tommaso Paradiso apre la rassegna con “I romantici”, un omaggio ai sentimenti e alle piccole fragilità che rendono l’amore unico. La sua dedica non è solo a chi ama, ma a chi conserva la capacità di emozionarsi con leggerezza.

Serena Brancale, con “Qui con me”, sceglie invece la forma più intima possibile: una lettera alla persona più importante della sua vita, un invito a riconoscere il valore dei legami autentici.

Fulminacci in “Stupida sfortuna” ci accompagna in un percorso di ostacoli durante una passeggiata solitaria, trasformando le difficoltà quotidiane in riflessioni poetiche. In maniera complementare, Fedez e Marco Masini con “Male necessario” ci ricordano che le tempeste della vita, pur dolorose, possono aprire nuove opportunità.

Sayf con “Tu mi piaci tanto” amplia il focus: non è un singolo amore, ma una fotografia dei sentimenti collettivi. Arisa, invece, con “Magica favola”, racconta il ritorno all’innocenza, un richiamo a ciò che ci rende umani e vulnerabili.

Tredici Pietro con “Uomo che cade” mette in scena le cadute inevitabili della vita e la resilienza, necessaria per rialzarsi. Samurai Jay in “Ossessione” descrive una motivazione che muove e alimenta le passioni, mentre Malika Ayane con “Animali notturni” porta alla luce chi vive di notte, rivelando le vite meno visibili della società.

Raf, con “Ora e per sempre”, torna all’intimismo autobiografico, narrando l’amore in maniera diretta; invece, Ermal Meta con “Stella stellina” ci offre una canzone di speranza vista dagli occhi di una bambina.

Patty Pravo in “Opera” celebra l’umanità come opera d’arte, Luchè in “Labirinto” ci guida tra percorsi difficili e tossici, e Nayt in “Prima che” riflette sul desiderio di autentica connessione oltre gli schermi digitali.

J-Ax, con “Italia starter pack”, ironizza sulla vita quotidiana, mentre Enrico Nigiotti in “Ogni volta che non so volare” ci conduce in un flusso di coscienza tra cadute e rinascite.

L’amore ritorna in diverse forme: Mara Sattei (Le cose che non sai di me), LDA & Aka7even (Poesie clandestine), Levante (Sei tu), Eddie Brock (Avvoltoi), e Leo Gassmann (Naturale) esplorano la passione, il desiderio, le difficoltà e le complessità dei sentimenti. Sayf, Ditonellapiaga (Che fastidio!), Elettra Lamborghini (Voilà) e Chiello (Ti penso sempre) aggiungono sfumature di ironia, leggerezza e introspezione.

Sal Da Vinci con “Per sempre” celebra l’impegno più profondo che si possa prendere, Michele Bravi con “Prima o poi” guarda agli inadeguati con dolcezza e Francesco Renga con “Il meglio di me” riflette sulla crescita personale senza scaricare sugli altri le proprie difficoltà, mentre Maria Antonietta e Colombre con “La felicità e basta” affermano che la felicità è un diritto e non una competizione.

Infine, Bambole di Pezza con “Resta con me” sottolineano l’importanza della sorellanza e del supporto reciproco nei momenti difficili.

Il Festival di quest’anno propone una narrazione musicale ricca dove l’amore fa da padrona affiancato da introspezione e leggerezza.

Segue poi la serata delle cover, che, come “Vangeli apocrifi”, diventano inni immortali reinterpretati e stravolti. I testi sacri della musica italiana e internazionale sono riletti secondo ispirazioni spesso misteriose: c’è chi stravolge e ricompone il testo pensando di aver ricevuto un’ispirazione divina. Il pubblico perdona tutto fuorché una stonatura.

Il giorno prima della finale le canzoni vengono giudicate, smontate pezzo per pezzo, maltrattate dalle classifiche provvisorie. I favoriti inciampano clamorosamente, spuntano gli outsider e il pubblico entra in modalità discussione: sul divano, a tavola e nelle chat di famiglia non si parla di altro.

Alla fine, arriva il vincitore, in pochi secondi la canzone che era stata ritenuta solo “carina ma niente di che” diventa popolare. Chissà quest’anno chi sarà il nostro vincitore, chi avrà l’onore di portare alto il nome dell’Italia all’Eurovision…

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