A Romolo Guerrieri il Premio Sergio Leone 2025 per la regia

La giuria del giovane premio intitolato al grande regista romano ha assegnato ad un decano della regia autore di splendidi film un riconoscimento alla carriera. Ad Andrea Nardi e Manuel De Teffé i riconoscimenti per sceneggiatura e scrittura

A Romolo Guerrieri il Premio Sergio Leone 2025 per la regia
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18 Dicembre 2025 - 11.08 Globalist.it


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di Luca Cipriani

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A pochi giorni dalla presentazione della Fondazione Ennio Morricone, si è svolta con grande raccolta di pubblico e in un’atmosfera informale e calorosa la cerimonia di premiazione dell’edizione 2025 del Premio Sergio Leone – Città di Roma. Presentato da Carlo Pepe, presidente di Ipermedia, ente che

organizza il Premio, e da Giulia Testa, membro della Commissione interna, l’evento si è tenuto nel tardo pomeriggio del 15 dicembre presso la libreria Notebook dell’Auditorium Ennio Morricone al Parco della Musica.

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L’ambito premio alla regia, un doveroso riconoscimento ad una quarantennale carriera, è stato assegnato a uno dei decani della regia, Romolo Girolami in arte Guerrieri, amico di lunga data di Leone, il quale tra l’altro fu anche svezzato da Marino Girolami, fratello di Guerrieri, sul set di Milano miliardaria (1951), un godibilissimo film sulle ossessioni dei tifosi di calcio, con un grande Tino Scotti e l’indimenticata Isa Barzizza. Guerrieri non è stato riconosciuto da certa critica paludata come meritava, essendo noto soprattutto agli appassionati di cinema di genere, campo che ha cavalcato con originalità creativa e piglio autoriale, come si apprende dalla poderosa biografia in due volumi dedicatagli da Giuseppe Costigliola, Il cinema di Romolo Guerrieri. Viaggio nel film di genere italiano, una miniera di aneddoti e di scoperte che in oltre mille pagine ripercorre il periodo più fecondo del cinema italiano, dagli anni ’50 agli albori dei ’90. Guerrieri è autore di tre bei western, tra cui l’imperdibile 10.000 dollari per un massacro: l’unico dove si assiste ad un bounty killer in lacrime, dopo la morte dell’amata. Lei era Loredana Nushiak, il cowboy era Gianni Garko, il quale era presente alla cerimonia. Come hanno raccontato l’ancora gagliardo regista e lo stesso Costigliola, nel 1966 Guerrieri era in Almeria a girare i suoi film negli stessi giorni in cui Leone filmava i suoi primi western, pellicole che hanno segnato la cinematografia italiana e internazionale, di cui questo premio vuole essere memoria. Nell’improvvisato dialogo, l’attore Gianni Garko, icona del western italiano, e il suo antico regista hanno trasmesso ai presenti vividi ricordi di quei giorni lontani, accolti con comprensibile emozione.

Tra le sezioni in concorso, il premio per la sceneggiatura è stato assegnato ad Andrea Nardi, per l’opera La porta, mentre per la sezione narrativa/scrittura il riconoscimento è andato a Manuel De Teffé e al suo C’era una volta a Roma, romanzo che si è aggiudicato anche un secondo riconoscimento nell’ambito della sezione “Matrice Leone”.

Tra gli intervenuti, il maestro Ernesto Gastaldi, regista, scrittore e autore di centinaia di copioni che hanno fatto la storia del cinema di genere italiano, nonché del trattamento di C’era una volta in America: presidente del Comitato d’Onore del Premio, anche lui con i suoi ricordi ha entusiasmato la partecipe platea. Non presente per ragioni di salute, un altro personaggio di spicco, Eugenio Alabiso, giurato del Premio: all’assenza forzata si è ovviato con un collegamento telefonico, e ne è valsa la pena, poiché anch’egli ha raccontato imperdibili aneddoti sulla sua attività, essendo stato montatore prolifico di grandi pellicole, tra cui i capolavori leoniani Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo: suo il montaggio della leggendaria scena del triello, finale di quest’ultimo film. Il pubblico ha poi potuto ascoltare Corrado Solari, forbito conversatore, attore in Giù la testa e giurato del Premio.

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La serata – piacevolmente intervallata da un intermezzo musicale in cui il clarinettista Alberto Amato De Serpis ha eseguito brani di colonne sonore leoniane – ha inoltre visto la presenza di alcuni dei giurati delle due principali sezioni, come lo scrittore Giuseppe Manfridi, i giornalisti Giorgio Pacifici, Fabio Bonanni e Mariangela Petruzzelli, lo stesso Giuseppe Costigliola, l’editore Virginia Foderaro, la responsabile del fundraising del Premio Natia Merlino.

La lodevole iniziativa – che assume ancor maggior rilievo in tempi grami come gli attuali, in cui la cultura e l’arte paiono dimenticati da una politica cieca e sorda – è stata ideata e organizzata da Ipermedia CDE, ha ricevuto il patrocinio della Regione Lazio, dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dell’Università La Sapienza, e la sponsorizzazione culturale di Confassociazioni e Confassociazioni Spettacolo. 

In una nota, il Direttore artistico del Premio Fabrizio De Priamo ha espresso ampia soddisfazione per il grande successo ottenuto: “Si tratta solo della prima puntata di una manifestazione permanente, diretta non solo a omaggiare Leone e la sua città, ma a scoprire e valorizzare i talenti capaci di scrivere intrecciando scena e letteratura. A questo fine contribuirà il gruppo di studio che abbiamo costituito, sotto il coordinamento di Giuseppe Costigliola e mio, e che ogni anno darà il proprio apporto teorico all’attualizzazione e alla riscoperta, nel presente, di un maestro come Leone. A breve uscirà il nuovo bando e nei primi mesi dell’anno partirà una campagna di fundraising perché il Premio, come già accade ora, non intende avvalersi di risorse pubbliche”.

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Non dubitiamo che il Premio Sergio Leone abbia un futuro roseo, anche perché il suo Comitato d’Onore annovera tra le sue fila importanti figure del mondo della cultura e del cinema, nonché altri collaboratori di Leone, quali il regista Luca Verdone, Ugo Tucci, produttore di Giù la testa, Giuditta Simi, figlia del grande scenografo di Leone Carlo Simi, Graziano Marraffa, presidente dell’Archivio storico del cinema italiano e altri ancora.

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