Arriva "Love+War", il documentario sulla fotoreporter Lynsey Addario

Realizzato da National Geographic e dal 7 novembre disponibile su Disney+

Arriva "Love+War", il documentario sulla fotoreporter Lynsey Addario
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9 Novembre 2025 - 18.57 Culture


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Un racconto a 360 gradi della vita e delle avventure di una fotoreporter. Il documentario “Love+ War“, realizzato da National Geographic e disponibile dal 7 novembre sulla piattaforma di streaming Disney + , narra le vicende che ha dovuto affrontare durante la carriera la fotoreporter statunitense Lynsey Addario, insignita del Premio Pulitzer nel 2009 per la sua copertura dei conflitti in Afghanistan e Pakistan.

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Nel documentario, gli spettatori possono dare uno sguardo dietro le quinte a come Addario bilancia il suo lavoro in luoghi pericolosi (tra cui, più recentemente e frequentemente, l’Ucraina devastata dalla guerra) con la sua vita personale.

Infatti, Lynsey Addario è spesso lontana dal marito e dai figli per settimane e persino mesi, vivendo e lavorando all’estero in estremo pericolo. Ogni volta che esce di casa per un incarico, corre un rischio significativo e paga un prezzo elevato.

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Girato a cavallo tra il 2022 e il 2024, e con la regia dei registi premi Oscar Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin, “Love+War” segue Addario dalle prime settimane dell’invasione russa fino ai reportage in Medio Oriente, Africa e Sud America. In parallelo, la mostra quando torna nella sua casa di Londra, dove ad attenderla ci sono il marito e i due figli piccoli, preoccupati per le sue condizioni di salute.

A margine del rilascio del documentario su Disney+, durante un collegamento da Londra con l’ANSA, Lynsey Addario si è così espressa: “Non ho avuto dubbi. Mi avevano già contattata altri registi in passato, ma non era mai il momento giusto. Chai e Jimmy hanno un talento straordinario: adoro la loro capacità di catturare la passione e la tensione nei loro film, da “Free Solo” a “The Rescue”.”

E ha continuato: “E il fatto che lavorino in coppia, un uomo e una donna, mi ha convinta. Chai porta uno sguardo femminile, e per me era importante. Poi era l’inizio della guerra in Ucraina, il mio primo incarico per il New York Times dopo cinque anni: era il momento giusto”.

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E ha concluso la fotoreporter classe ’73: “Quando io e Paul (de Bendern, ex giornalista dell’agenzia di stampa britannica Reuters) abbiamo parlato del documentario, anche lui ha considerato che fosse importante aprirsi, condividere senza filtri la nostra quotidianità”.

Uno dei due registi, Chai Vasarhelyi, ha tuonato: “Non potevamo seguirla in guerra: il New York Times non ci avrebbe mai dato il permesso. Non sarebbe stato sicuro. Ma siamo stati fortunati”.

E ha aggiunto la regista americana: “Lynsey lavora con il giornalista ucraino Andriy Dubchak, che la accompagna sul campo e l’ha ripresa: per questo il film è così intimo e viscerale. Il lavoro di Lynsey è delicato, richiede un rapporto di fiducia e confidenza con le persone che incontra e ritrae. Aggiungere una troupe sarebbe stato come metterle attorno un circo. Abbiamo preferito scomparire, per catturare davvero il suo processo”.

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E ha concluso Vasarhelyi: “Questo film in questo momento è anche un atto politico. In un’epoca in cui la verità è sotto attacco, Love+War è un atto d’amore per il giornalismo fatto con umanità. Mostra quanto sia importante essere fisicamente presenti, testimoniare, guardare con empatia l’altro. Lynsey è madre, figlia, sorella, moglie: la sua sensibilità traspare in ogni immagine, e questo è ciò che rende il i suoi scatti così potenti”. 

Il documentario riesce a condensare tutti i momenti della vita di Addario, che è la stessa persona sia sul campo di guerra che in quello dell’amore.

La fotoreporter statunitense risponde così a chi le chiede dove mette tutto il dolore che documenta: “Mi permetto di sentire, di piangere, di elaborare man mano. Ma poi a volte il trauma trabocca nei momenti più impensati. Mi capita di guardare una commedia come “2 Single a nozze” e scoppiare a piangere senza motivo. La musica, i ricordi: basta poco per far uscire tutto”.  

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Insomma, una nuova pellicola tutta da scoprire è pronta a narrare le sfide che devono fronteggiare le persone che fanno il mestiere del fotoreporter, che non è un semplice giornalista, ma un essere umano in missione.

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