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Artemisia Gentileschi: torna alla luce un suo capolavoro perduto?

Una seconda “Samaritana al pozzo” attribuita alla pittrice da Lattuada e Spinosa

Artemisia Gentileschi: torna alla luce un suo capolavoro perduto?
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13 Ottobre 2025 - 09.50 Culture


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Il mondo del collezionismo e della storia dell’arte è in attesa dell’asta in programma a Brescia il 14 e 15 ottobre: una grande tela (il cui valore stimato è tra i 20.000 e i 30.000 euro e che parte da una base d’asta di 15.000) è stata riconosciuta infatti come opera autografa di Artemisia Gentileschi, la celebre pittrice caravaggesca.

Si tratterebbe del frammento di una seconda, finora sconosciuta, versione del “Cristo e la Samaritana al pozzo”, persino superiore per qualità pittorica all’unica versione conosciuta fino a oggi, la pala esposta a Palazzo Blu a Pisa, opera considerata di fondamentale importanza nel catalogo della pittrice e una delle poche firmate e datate, ritrovata in una collezione in Sicilia nel 2004. Dal confronto tra il frammento ritrovato e l’analogo dettaglio della pala di Pisa, emergono differenze nella postura del volto e nella resa dell’incarnato, oltre nella foggia e soprattutto nei colori degli abiti.

Considerata opera capolavoro del suo periodo napoletano (che copre 25 anni tra il 1630 e la morte), la Samaritana al pozzo venne realizzata da Artemisia nella sua fase matura, in cui iniziò a dipingere tele di grandi dimensioni, tra cui monumentali pale d’altare, affiancate alla sua solita produzione di quadri da stanza per la committenza privata, divenendo un’imprenditrice di successo, a capo di una grande bottega di pittura: la realizzazione del suo sogno di ascesa sociale e affermazione professionale.

La ricostruzione della storia collezionistica della Samaritana di Palazzo Blu, proposta nel 2023 da Francesco Solinas, si appoggia su alcuni episodi fondamentali che andranno tenuti presenti anche in sede di studio della nuova versione, dato che in realtà alcune di quelle notizie potrebbero riferirsi ad essa.

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