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“Zelensky non è più legittimato”: Lavrov detta le condizioni per il futuro dell’Ucraina

Secondo il Ministro degli esteri russo l’Occidente starebbe cercando di rafforzare la sicurezza ucraina “contro la Russia”, arrivando persino a ipotizzare l’invio di forze di occupazione sul territorio. “Questo non è il modo di agire”, ha affermato

“Zelensky non è più legittimato”: Lavrov detta le condizioni per il futuro dell’Ucraina
Il ministro degli esteri russo Lavrov
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25 Agosto 2025 - 09.30 Culture


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Quanto fosse di difficile attuazione, il vertice Putin-Zelensky, lo sapevamo già. Non è stata certo il miglior modo di festeggiare l’anniversario dell’Indipendenza ucraina l’intervista rilasciata alla Nbc e ripresa da Ria Novosti del ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che traccia le prospettive di dialogo tra Mosca e Kiev. Al centro, il destino politico di Volodymyr Zelensky, lo status territoriale dell’Ucraina e le garanzie di sicurezza che, secondo il Cremlino, devono essere riconosciute alla Russia.

Lavrov ha sostenuto che l’attuale presidente ucraino “non è più una persona legittimata a firmare documenti legali sull’accordo ucraino”, motivo per cui Mosca non vedrebbe alcuna utilità in un incontro bilaterale che avrebbe solo lo scopo di “rafforzare l’immagine” del leader di Kiev. “Putin è pronto a incontrare Zelensky solo se avesse davvero un’agenda presidenziale”, ha comunque ribadito il ministro.

Secondo Mosca, le condizioni per un vertice sono state ulteriormente compromesse dalle ultime dichiarazioni di Zelensky: il rifiuto di discutere lo status dei territori, la conferma della volontà di aderire alla Nato e la mancata disponibilità a riconoscere i diritti della popolazione russofona. Lavrov ha ricordato che la Russia aveva proposto di elevare il livello delle delegazioni per affrontare questioni specifiche, quelle politiche, militari e umanitarie, nei colloqui di Istanbul, ma che Kiev non avrebbe ancora risposto all’idea di creare tre gruppi di lavoro tematici.

Il capo della diplomazia russa ha poi delineato quelli che, secondo lui, sono gli obiettivi strategici del Cremlino: eliminare ogni minaccia alla sicurezza russa proveniente dal territorio ucraino, proteggere i diritti dei russofoni, e garantire che l’Ucraina resti uno Stato neutrale, non allineato e non nucleare. “La Russia non ha interesse nei territori, ma nel destino delle persone del Donbass e della Novorossiya”, ha dichiarato, definendo “terroristi” coloro che, secondo Kiev, si oppongono al governo ucraino ma che Mosca considera espressione di una scelta culturale e storica di appartenenza al mondo russo.

Lavrov ha insistito sul fatto che la questione delle garanzie di sicurezza non può essere risolta senza il coinvolgimento diretto della Russia, sottolineando la necessità di riprendere come base i colloqui di Istanbul del 2022. Secondo il ministro, l’Occidente starebbe cercando di rafforzare la sicurezza ucraina “contro la Russia”, arrivando persino a ipotizzare l’invio di forze di occupazione sul territorio. “Questo non è il modo di agire”, ha affermato.

Infine, Lavrov ha parlato del rapporto tra Vladimir Putin e Donald Trump, descrivendolo come un legame “di reciproco rispetto” fondato sulla comune volontà di difendere gli interessi nazionali. Ha accusato invece Kiev e alcuni leader europei di voler distorcere quanto emerso negli incontri internazionali precedenti, come quello di Anchorage in Alaska.

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