Pompei oltre l’eruzione: tra le rovine una città fantasma abitata per secoli

Dopo l’eruzione del 79 d.C., Pompei tornò a essere abitata da sopravvissuti e disperati senza alternative, trasformandosi in un insediamento precario tra le rovine.

Pompei oltre l’eruzione: tra le rovine una città fantasma abitata per secoli
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7 Agosto 2025 - 14.39 Culture


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Nonostante la distruzione causata dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., Pompei non fu mai del tutto abbandonata. Anzi, proprio tra la cenere e i ruderi ancora riconoscibili, riemersero tracce di una vita lenta, disordinata e grigia, portata avanti da chi non aveva nulla da perdere.

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Gli scavi più recenti nell’area dell’Insula Meridionalis, condotti durante interventi di messa in sicurezza e restauro, confermano quanto ipotizzato da tempo: tra i resti degli edifici distrutti, sopravvissuti e sbandati tornarono ad abitare le case semidistrutte, adattando i piani inferiori – ormai diventati caverne – in ambienti di fortuna con focolari, forni e rudimentali mulini.

Sicuramente alcuni abitanti originari riuscirono a salvarsi, come testimoniato da nomi pompeiani comparsi in altri centri campani, ma non tutti poterono rifarsi una vita altrove. Così, accanto a loro, si insediarono persone provenienti da altri luoghi, attratte forse anche dalla possibilità di scavare nel sottosuolo in cerca di oggetti preziosi rimasti sepolti.

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Per contrastare questa situazione fuori controllo, l’imperatore Tito inviò due ex consoli come curatores Campaniae restituendae, con il compito di promuovere la rifondazione di Pompei ed Ercolano e gestire i beni ereditari non reclamati. Ma il progetto fallì: Pompei non tornò mai a essere il centro vitale di un tempo.

L’archeologia racconta che ciò che sorse tra le macerie non fu una città nel senso romano del termine, ma un agglomerato disorganizzato e povero, privo di infrastrutture, una sorta di accampamento stabile che resistette fino al V secolo, quando un’altra possibile eruzione (nota come “di Pollena”) segnò l’abbandono definitivo del sito.

Interessante l’osservazione di Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico e co-autore dell’articolo pubblicato sull’E-Journal degli Scavi di Pompei che “la distruzione del 79 ha monopolizzato la memoria – ma grazie ai nuovi scavi possiamo oggi ricostruire un’altra storia: quella della Pompei post-eruzione, rimossa dalla narrazione ufficiale, una favela di disperati tra le rovine ancora visibili della città che fu”.

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