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Pubblicità, il nuovo regista è l’Intelligenza Artificiale

Meta smentisce l’intenzione di rimpiazzare le agenzie pubblicitarie, sottolineando il loro ruolo insostituibile, ma intanto l’uso dell'AI è sempre più presente nelle inserzioni

Pubblicità, il nuovo regista è l’Intelligenza Artificiale
Il primo spot pubblicitario creato con l'AI. Fatto per Kalshi, con la regia di tal PJ Accetturo
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23 Giugno 2025 - 21.27 Culture


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Mark Zuckerberg lo aveva annunciato lo scorso maggio: «Vogliamo un mondo in cui un’azienda ci dica che obiettivo vuole raggiungere, quanto è disposta a pagare, colleghi il conto corrente, e noi faremo il resto». Un futuro in cui le pubblicità su Instagram e Facebook saranno create direttamente dalle intelligenze artificiali. Pochi giorni dopo, lo stesso Zuckerberg definiva questa trasformazione «una ridefinizione della categoria della pubblicità». Ora quel futuro è sempre più vicino. Secondo il Wall Street Journal, Meta punta a lanciare strumenti di intelligenza artificiale generativa per creare annunci pubblicitari la fine del 2026. L’annuncio ha scosso i mercati: le azioni delle grandi agenzie pubblicitarie globali – tra cui Publicis, Omnicom e WPP – hanno subito forti cali, anche se in parte poi recuperati.

Meta non è sola. Google e Amazon stanno sviluppando strumenti simili. Amazon, per esempio, ha appena presentato (disponibile per ora solo negli Stati Uniti) un generatore di brevi clip pubblicitari che funziona a partire da una semplice descrizione testuale del prodotto.

Finora, le AI venivano usate nella pubblicità per gestire e distribuire le inserzioni, ma non per crearle da zero. Meta stessa ha investito molto su algoritmi in grado di personalizzare la diffusione degli annunci, soprattutto dopo che Apple ha limitato la raccolta di dati sugli iPhone.

Le parole di Zuckerberg hanno messo in allerta tutto il settore. Come già visto, le prime a risentirne sono state le ‘Big 6’, le sei principali agenzie pubblicitarie a livello globale, insieme ai loro titoli in borsa. Ma a essere colpiti più duramente potrebbero essere freelance e medio-piccole agenzie pubblicitarie, sono loro a lavorare con i clienti che spendono poco. Come scrive Bloomberg, gli inserzionisti spendono dai 5 ai 20 dollari per promuoversi su Facebook e Instagram, e di solito sono aziende molto piccole che fanno pubblicità solo sul web. Proprio questo è il pubblico che Meta intende raggiungere, offrendo strumenti automatici, rapidi ed economici per generare pubblicità.

Dopo l’intervista di Zuckerberg, Alex Schultz, direttore marketing di Meta, ha smentito che l’azienda voglia sostituire le agenzie pubblicitarie, affermando che Meta stessa ne utilizza e crede nel loro futuro. Le AI, pur essendo migliorate nella creazione di video credibili, non potranno rimpiazzare le grandi agenzie specializzate in strategie complesse e campagne ad alto budget. Piuttosto, l’automazione con l’intelligenza artificiale sarà più efficace nel generare banner pubblicitari a basso costo, diffusi su web e social, spesso trascurati. In questo modo, i contenuti creati da AI potrebbero essere più ottimizzati per gli algoritmi, aumentando la loro visibilità.

Secondo il Wall Street Journal, anche il performance marketing – quello dove si paga in base ai risultati ottenuti (newsletter, un like o un acquisto) – sarà stravolto. Le AI permetteranno a piccole aziende di e-commerce di creare e testare in autonomia tantissime versioni dei propri annunci, riducendo tempi e costi.

Intanto anche il mondo del lusso comincia ad abbracciare queste tecnologie, dato il suo momento di difficoltà. Gucci, a febbraio, ha lanciato un video pubblicitario interamente realizzato con l’AI. E inoltre su internet circolano da tempo campagne “non ufficiali” di alta moda, create da artisti digitali che hanno attirato l’interesse di molte maison. In un periodo di crisi – a causa soprattutto di un calo delle vendite nel mercato cinese – anche le aziende più prestigiose cercano di tagliare le spese, aprendo le porte all’intelligenza artificiale.

Durante le finali Nba è andato in onda uno spot realizzato interamente con strumenti AI: era per Kalshi, piattaforma per scommesse su eventi. Il video è stato creato con Veo 3, generatore presentato recentemente da Google, da un solo “AI filmmaker”, PJ Accetturo, che ha prodotto 15 clip in 2-3 giorni, con una riduzione dei costi del 95%, rispetto a una produzione tradizionale.

L’intelligenza artificiale sta ufficialmente cambiando il volto della pubblicità.

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