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Addio a Frederick Forsyth, il maestro del thriller politico

L’autore che dalla viva geopolitica alle trasposizioni letterarie, ha rivoluzionato un intero genere letterario.

Addio a Frederick Forsyth, il maestro del thriller politico
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10 Giugno 2025 - 15.29 Culture


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Nella sua casa di Waevers, un piccolo villaggio del Buckinghamshire a sud-est dell’Inghilterra si è spento, all’età di 86 anni, Frederick Forsynth, dopo una breve malattia. Una vita da romanzo la sua, cominciata come ex pilota della Raf e poi come giornalista corrispondente di guerra, era stato anche collaboratore dell’MI6; tutte esperienze di cui ha fatto grande tesoro, trasportandole nei suoi molti libri (oltre 25 titoli) che hanno rivoluzionato il genere del thriller politico. Il giorno dello Sciacallo, I mastini della guerra, Dossier Odessa, Il pugno di Dio e Il quarto protocollo sono i romanzi più famosi, molti di questi trasposti al cinema ed in televisione.  

Nato nel Kent, ad Ashford, il 25 agosto del 1938 ha iniziato la sua carriera come pilota della Royal Air Force, per poi passare al giornalismo di guerra, prima per Reuters e poi per Bbc, mettendo da parte informazioni ed esperienze che avrebbe poi tradotto in letteratura. Nel 1961 é stato corrispondente a Parigi, durante i delicati anni della guerra d’Algeria.

In quell’occasione è entrato in contatto con le guardie del corpo del presidente De Gaulle, sviluppando così l’idea per “Il giorno dello Sciacallo”, romanzo del 1971 che ha rivoluzionato il genere thriller e la narrativa d’intelligence. Caratterizzato da una linea di confine sempre sottilissima tra fiction e realtà, quella di Forsynth è sempre stata una scrittura asciutta dal gusto maniacale per i dettagli, il cui successo è stato suggellato dalla trasposizione cinematografica appena due anni dopo di Fred Zinnemann

Con “Dossier Odessa”, il suo secondo successo del 1972, Forsynth è riuscito a mettere a nudo le connessioni tra ex gerarchi nazisti e organizzazioni segrete post belliche. Quando l’adattamento cinematografico è stato proiettato in Argentina, ha dato ad uno spettatore la possibilità di riconoscere un ex criminale di guerra, a riprova del labile confine tra fiction e realtà della sua narrativa. “Spero che abbiano gettato una copia del libro nella sua fossa”, questo il commento caustico di Forsynth alla notizia della morte del criminale di guerra ex nazista, che si era dato alla fuga in seguito alla rivelazione della propria identità. “Dossier Odessa” è stato, infatti, il caso in cui la finzione narrativa che si basa sulla realtà torna ad influenzare la storia.  

Il suo lavoro da corrispondente della Bbc in Nigeria per raccontare la guerra del Biafra nel 1967, fu il momento in cui il suo lavoro di giornalista si intrecciò alla collaborazione con l’MI6. Nella sua autobiografia del 2015 “The outsider. Il romanzo della mia vita” rivelò di essere stato in quegli anni un “asset” volontario del controspionaggio britannico: “Non c’era nulla di strano, era la Guerra Fredda. Eravamo molti a portare buste sotto la porta dell’albergo per poi riportarle in patria”. Licenziato dalla Bbc a causa di un presunto pregiudizio a favore del Biafra Forsynth vi tornò da freelance, entrando in contatto con i mercenari che fece protagonisti del suo “I mastini della guerra”. 

Pur essendo stato insignito di diverse onorificenze per la sua attività di scrittore, come quella di Ufficiale dell’Impero dell’Ordine britannico nel 1997 e del Diamond Dagger della Crime Writer’s Association, non ha mai nascosto il suo rapporto complicato con la scrittura, dichiarando più volte: “Scrivo per soldi”. Nel 2018 uscì “La volpe”, da lui stesso annunciato come ultimo romanzo, ma allo stesso tempo dichiarando al Times di avere altre tre macchine da scrivere di riserva che “Basteranno fino alla fine”. 

Tra i molti titoli ricordiamo anche: “Il pilota” (1975), “L’alternativa del diavolo” (1979), “Nessuna conseguenza” (1983), “Il negoziatore” (1989), “Il simulatore” (1991), “Icona” (1996), “Il fantasma di Manhattan” (1999), “Il veterano e altre storie” (2001), “il vendicatore” (2003), “L’afghano” (2006) “Il cobra” (2010) e “La lista nera” (2013). 

I romanzi di Forsynth, con oltre 75 milioni di copie vendute, sono stati rivoluzionari per il genere, una prosa senza romanticismo, che parte dall’attività viva di giornalista, con il freddo sguardo analitico tipico del reporter, a cui si somma la sapiente capacità di costruire in crescendo la tensione, dosando sempre in modo impeccabile verità e finzione. Tutto questo faceva sì che il lettore  restasse incollato alle pagine dei libri di Forsyth.

Paolo Martini su Adnkronoss riporta le parole di Bill Scott-Kerr, suo editore inglese, ha dichiarato in occasione della morte: “Ha lasciato un’eredità senza pari, che continuerà a entusiasmare e a ispirare le nuove generazioni di lettori e scrittori”; mentre l’agente Jonathan Lloyd ricorda come l’esistenza di Forsyth sia stata “Una vita straordinaria, vissuta fino in fondo”. 

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