di Lorenzo Lazzeri
Il ritorno dell’Immacolata Concezione al Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli, dopo quasi cinquant’anni di assenza, è una delle più importanti operazioni di recupero artistico degli ultimi anni. Un obiettivo conseguito anche grazie alle nuove tecnologie di supporto alle forze dell’ordine. Il dipinto settecentesco, attribuito dagli studi più recenti a Jacopo Cestaro, allievo di Francesco Solimena, era stato trafugato dalla sagrestia della chiesa di San Gennaro nel maggio del 1978, privando la città di Napoli e l’intero patrimonio nazionale di una preziosa testimonianza della scuola pittorica napoletana del Settecento.
Il furto dell’Immacolata Concezione, tutt’ora, resta avvolto nel mistero. Le fonti concordano su ciò che fu sottratto, sul luogo e sul periodo dell’evento, ma i dettagli su come venne perpetrato il crimine, sulle modalità di accesso e sul numero di persone coinvolte non sono mai stati resi pubblici né ricostruiti. Il silenzio documentale è stato probabilmente causato sia alle modalità dell’indagine dell’epoca sia a una scarsa attenzione dei media verso gli aspetti operativi, col risultato che per decenni il dipinto sembrasse perduto per sempre.
La svolta è avvenuta nel dicembre 2024, grazie all’attività dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. Il dipinto fu rinvenuto casualmente nella vetrina di un antiquario nel centro storico di Roma, durante controlli di routine sulla circolazione delle opere d’arte. Decisiva è stata la competenza artistica degli investigatori, che hanno subito riconosciuto nello stile pittorico e nella tecnica i tratti della scuola napoletana del Settecento, spingendoli a consultare la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, la più grande al mondo, gestita proprio dal comando TPC dei carabinieri. Un database dove oggi sono censite oltre sei milioni di opere, fondamentale per la conferma dell’identità e della provenienza illecita del dipinto.
Il percorso che ha portato alla restituzione dell’opera ha visto anche il coinvolgimento di un erede privato, che aveva ricevuto il quadro in buona fede dalla madre e lo aveva affidato all’antiquario per la vendita. Informato dai carabinieri dell’origine illecita del bene, l’erede ha rinunciato spontaneamente a ogni diritto, accogliendo con soddisfazione la possibilità di restituire l’opera al suo contesto originale. Un gesto, questo, che è stato pubblicamente lodato dalle autorità, poiché dimostra quanto la cooperazione dei cittadini, una volta adeguatamente informati, sia fondamentale nella difesa del patrimonio collettivo.
Il percorso che ha portato alla restituzione dell’opera ha visto anche il coinvolgimento di un erede privato, che aveva ricevuto il quadro in buona fede dalla madre e lo aveva affidato all’antiquario per la vendita. Informato dai carabinieri dell’origine illecita del bene, l’erede ha rinunciato spontaneamente a ogni diritto, accogliendo con soddisfazione la possibilità di restituire l’opera al suo contesto originale. Un gesto, questo, che è stato pubblicamente lodato dalle autorità, poiché dimostra quanto la cooperazione dei cittadini, una volta adeguatamente informati, sia fondamentale nella difesa del patrimonio collettivo.
La cerimonia di restituzione, celebrata il 29 maggio 2025 presso il Museo di Capodimonte, ha visto la partecipazione delle principali istituzioni coinvolte: la Procura della Repubblica di Roma, il comando operativo dei carabinieri TPC, la Soprintendenza archeologia e belle arti, la diocesi di Napoli e la curatela museale.
Il caso dell’Immacolata non è isolato, ma si inserisce in una strategia nazionale di recupero e protezione dei beni culturali che vede l’Italia tra i leader mondiali. Nel solo 2024 il comando TPC ha recuperato più di ottantamila beni, tra cui oltre seicento dipinti, attraverso attività investigative sul territorio, monitoraggio delle piattaforme online e l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale come swoads, progettato per l’identificazione automatica di opere trafugate nel web e nei canali digitali. Un interessante quadro complessivo delle attività, dei risultati e delle tecnologie impiegate è disponibile nei rapporti operativi annuali e negli articoli di approfondimento specialistici che vengono messi a disposizione anche online.
L’Immacolata Concezione sarà ora esposta al pubblico nella reggia di Capodimonte, nella sala 63, prima di essere sottoposta a restauro e tornare infine nella chiesa di San Gennaro, da cui fu sottratta quasi mezzo secolo fa.