In occasione della diciannovesima Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia la curatela del padiglione Italia è stata affidata all’architetta Guendalina Salimei che ha proposto il progetto “Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del mare” promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.
Il padiglione occupa lo spazio dell’Arsenale e si estende su due piani all’interno dei quali si sviluppa un percorso che raccoglie foto, video, tabelle, mappe, progetti reali in fase di realizzazione oppure visioni e a volte “desideri” o “paure.”
Questa narrazione di un’”intelligenza collettiva” affrontata nelle varie sezioni parla all’uomo, che a sua volta si trova in stretto dialogo con la natura e con la sua possibilità di interagire con essa secondo la sua capacità creativa. L’obiettivo dell’opera infatti è quella di ribaltare il punto di vista: non guardare più il mare dalla terra ma, viceversa, osservare la terra dal mare.
L’Italia si proietta sul mar Mediterraneo con i suoi 8.000 e più chilometri di coste, e proprio dalla costa prende spunto l’opera della Salimei, che propone l’osservazione non dell’orizzonte perfettamente dritto disegnato dal mare quando incontra in cielo, ma lo scrutamento dei punti di arrivo e di partenza, dove tutto è sempre in divenire, degli spazi dove costruire e dove aggregarsi, quelli fatti di sabbia e rocce, un “confine tra terra e acqua come sistema integrato di architetture, infrastrutture e paesaggio”
Dal progetto emerge un’articolata riflessione che prende in prestito architettura, scienza, la cultura della costa e la sua storia fatta di presente e futuro. A questo proposito la curatrice ha affermato: “Le coste intercettano una serie di problemi e quindi ci sono città costiere, le aree umide, ecologicamente importanti, le questioni delle aree più piccole, dell’abusivismo, delle infrastrutture, delle piattaforme in mezzo al mare dismesse che sono aree da reinventare, delle dighe forensi”.
Il padiglione Italia offre dunque l’opportunità di riflettere anche sul futuro, auspicando maggiore cura per il patrimonio naturale tutelato, alla pari del patrimonio culturale, dall’Articolo nove della nostra Costituzione e un sempre più armonico rapporto tra terra e mare.