Di Odette Mbuyi*
*Vice presidente associazione Last 20
È finita un’era, l’era di Papa Francesco, il Papa di tutti.
Un uomo che ha dedicato tutta la sua vita agli altri, in particolare ai poveri e ai vulnerabili. La sua scomparsa ci lascia una profonda sensazione di tristezza, un vuoto e soprattutto un’incertezza verso il futuro.
In un mondo che sembra cambiare in peggio, Papa Francesco era una luce, un seminatore di speranza. Tramite le sue omelie e i suoi dialoghi, riusciva a piantare un seme alla volta, scuotendo le menti e le coscienze.
Ora che non c’è più, il Giubileo della Speranza diventa un simbolo ancora più potente del suo lascito. Questo Giubileo, che lui stesso aveva annunciato come un momento di riflessione e rinascita, ci invita a guardare al futuro con coraggio. È un richiamo a rinnovare in noi il dono della speranza, a non lasciarci sopraffare dalle difficoltà, ma a trovare forza nella fede e nella solidarietà.
Ognuno di noi ha un ruolo da svolgere in questo cammino, e Papa Francesco ci ha mostrato con l’esempio cosa significa compiere il proprio. Fra le tante cose che ha fatto, sono grata che sia riuscito a visitare il mio Paese, la Repubblica Democratica del Congo. Durante il suo viaggio, ha potuto vedere e sentire la sofferenza del mio popolo, portando una parola di conforto e pregando per noi con profondità e sincerità. La sua presenza ci ha regalato una speranza rinnovata e ci ha fatto sentire ascoltati e amati.
Con il suo consueto coraggio, ha lanciato un messaggio forte e chiaro al mondo, chiedendo di mettere giù le mani dalle nostre risorse naturali. Risorse che dovrebbero essere una benedizione, ma che invece sono spesso la causa di conflitti e guerre devastanti, alimentate dall’avidità e dall’ingiustizia. Papa Francesco ha espresso il dolore e l’urgenza di proteggere il nostro popolo e il nostro territorio, un appello che rimane vivo anche oggi, come monito per tutta l’umanità.
Il suo viaggio nella Repubblica Democratica del Congo è stato molto più di una visita pastorale; è stato un gesto di solidarietà, di giustizia e di compassione. Un momento che ha acceso la speranza in chi, da troppo tempo, vive nell’ombra della sofferenza e della precarietà.
Non dobbiamo aspettare un nuovo leader del suo calibro, ma diventare noi stessi artefici del cambiamento. Attraverso la cura degli altri, la protezione del pianeta e l’impegno per un mondo più giusto, possiamo continuare a portare avanti il suo messaggio e costruire un futuro migliore, un seme alla volta.
Il Giubileo ci offre anche un’opportunità per riflettere su come possiamo incarnare i valori che Papa Francesco ha promosso: la misericordia, l’umiltà e l’amore per il prossimo. È un invito a trasformare il dolore per la sua perdita in un impegno rinnovato per il bene comune.
In questo momento di transizione, dobbiamo essere forti e pronti ad accogliere ciò che verrà. Non sarà semplice, ma il Giubileo della Speranza ci ricorda che, insieme, possiamo affrontare le sfide e costruire un mondo più luminoso, ispirati dall’eredità di Papa Francesco.