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Sanremo e Sanremo Kids

Ieri è stato forte il sentimento dolce-amaro che accennavo prima nel vedere il piccolo prodigio del pianoforte Alessandro Gervasi stanco e disinteressato nei confronti del palco dove invece tutti noi abbiamo sognato almeno una volta di stare

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13 Febbraio 2025 - 22.33 Culture


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di Arianna Scarselli

Sanremo 2025, il ritorno di Carlo Conti e la sua missione di finire in fretta, non si và a letto proprio per mezzanotte ma nemmeno alle tre. Saranno interessi personali del conduttore o forse è che quest’anno Sanremo si sta presentando come Sanremo Kids? 

Una mossa di marketing il cui successo era assicurato; insomma, i bambini sono simbolo di dolcezza e ingenuità, si esprimono senza veli e questo ci porta a sviluppare un sentimento dolce-amaro di nostalgia che ci tiene incollati agli schermi. Crescere significa spesso imparare a mentire, abbandonare la sincerità assoluta per diventare interpreti di noi stessi pesando ogni azione e parola.

Oggi in TV vediamo una vasta accozzaglia di talent e competizioni che hanno come protagonisti bambini inconsapevoli del luogo (fisico e digitale) dove sono e spesso questo li costringe a diventare già da piccolissimi anche attori, ad abbandonare la naturalezza e la vitalità imperfetta che è l’infanzia. 

Ieri è stato forte il sentimento dolce-amaro che accennavo prima nel vedere il piccolo prodigio del pianoforte Alessandro Gervasi stanco e disinteressato nei confronti del palco dove invece tutti noi abbiamo sognato almeno una volta di stare (in una qualunque veste, da ospiti o da tecnici). Ieri tutti lo volevamo ascoltare e vedere come si sarebbe comportato ed è così che ci riduciamo sempre a creare dei modelli idealizzanti distaccati dalla realtà quotidiana che questi bambini vivono e, solitamente, vogliono vivere.

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