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Adrien Brody torna agli Oscar con The Brutalist

L'attore dà voce al dramma degli immigrati: un viaggio tra sacrifici, sogni infranti e la ricerca di un futuro in una terra che fatica ad accoglierli.

Adrien Brody torna agli Oscar con The Brutalist
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5 Gennaio 2025 - 18.20 Culture


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Nel 2003, Adrien Brody ha lasciato un segno indelebile nella storia del cinema, diventando a soli 29 anni il più giovane attore a vincere l’Oscar come miglior protagonista grazie alla sua toccante performance in Il Pianista di Roman Polanski. Oggi, a distanza di 21 anni dalla sua ascesa tra le stelle di Hollywood, ha la possibilità di risollevare la statuetta del cavaliere dorato grazie al suo ruolo nel film The Brutalist, già leone d’argento al Festival di Venezia per la migliore regia.

Il film, impreziosito dalle musiche di Daniel Blumberg, esplora la vita travagliata di Làszlò Tòth, interpretato proprio da Brody, un architetto ebreo ungherese costretto a rifugiarsi negli Stati Uniti per sfuggire alla guerra, e il suo difficile cammino per ricostruire tutto da capo in una terra spesso ostile. Per Brody, il percorso verso la notte degli Oscar del 2 marzo inizia ufficialmente domani sera, quando cercherà di aggiudicarsi il Golden Globe, primo passo verso un nuovo capitolo nella sua carriera stellare.

La trama del film mette in luce le difficoltà che hanno le persone nel dover ricominciare la loro vita in un altro paese. Il film mostra come le persone emigrate, anche se ben assimilate e portando servizi utili alla comunità, venivano comunque viste come straniere dalla popolazione.

Così il regista, Brady Corbett, riesce a dare più spessore al personaggio di Làszlò Tòth che, nel mostrare tutte le difficoltà di lasciarsi alle spalle la propria vita e ricominciare da zero in un paese dove le persone non riconoscono ciò che gli puoi dare, rappresenta quanto sia illusorio il sogno americano.

“Credo che la bellezza del cinema sia proprio questa: ci fa sedere tutti insieme in una stanza buia, ricordandoci che dobbiamo essere vigili e non permettere più intolleranza e opposizione”, afferma Brody in un’intervista.

Brody è l’attore perfetto per interpretare il personaggio di Làszlò Tòth sia perché è un bravo attore ma anche perché la sua famiglia ha avuto un’esperienza simile. Proprio lui, durante durante una conferenza stampa organizzata dalla Critics Choice association a Los Angeles, dice: “Raccontare l’esperienza degli immigrati è un grande onore per me. Anche mia madre, è emigrata negli Stati Uniti negli Anni 50. Lei e i suoi genitori fuggirono da Budapest durante la rivoluzione ungherese e si trasferirono a New York per ricominciare da zero. Questo viaggio di resilienza e speranza e sacrificio è la storia della mia famiglia. E io sono qui, ben radicato e saldo, grazie ai loro sforzi e agli ostacoli che hanno superato”.

Il film ha conquistato il pubblico proprio perché in oltre tre ore e mezzo racconta le tante vite e carriere spezzate dalla guerra. Il personaggio più interessante è proprio quello interpretato da Adrien Brody, poiché esprime un dramma che diventa sempre più tangibile e mostra quanto sopraffazione e persecuzione non facciano parte solo dei regimi dittatoriali ma anche da quelli che si ritengono stati liberi.

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