Biennale d’architettura 2025: siamo fottuti ma con le piante e le scienze possiamo salvare il pianeta. Le foto | Giornale dello Spettacolo
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Biennale d’architettura 2025: siamo fottuti ma con le piante e le scienze possiamo salvare il pianeta. Le foto

La mostra ideata a Venezia da Carlo Ratti ricorre a tante discipline tra installazioni, visioni, ipotesi scientifiche, robot. Ma per politici come Trump e alleati saranno fantasie o spazzatura

biennale architettura 2025
Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani
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Stefano Miliani Modifica articolo

11 Maggio 2025 - 01.08


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“We are fucked!” ovvero “Siamo fottuti!”. E sotto: “You can change it” ossia “Puoi cambiarlo”. Così recita un pannello all’Arsenale di Venezia e quelle due esclamazioni possono racchiudere il senso, o per lo meno uno dei significati, della 19esima Biennale d’architettura curata da Carlo Ratti: inaugurata sabato 10 maggio prosegue fino al 23 novembre. Si dice “architettura” tuttavia la disciplina qui fa da involucro.
C’è molto altro: installazioni, fantascienza, in primo piano tanta ricerca scientifica per trovare vie alternative al disastro climatico e ambientale, per rispondere alla sovrappopolazione del pianeta che arriverà in meno di un secolo a 10 miliardi rispetto agli oltre 8 attuali, per rispondere alla distribuzione malsana delle risorse, per mitigare la calura che condizionerà sempre più le nostre vite ovunque si abiti.

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani
Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

Con il titolo “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva” la mostra si dipana all’Arsenale insieme a numerosi padiglioni nazionali. Non ai Giardini: il Padiglione centrale è in restauro e quindi restano le tante finestre degli altri stati. Come vale da anni, non aspettatevi plastici, modellini e disegni, l’edificio “bello”. L’architettura ammette di non bastare più, né a sé stessa né al mondo, chiede idee ed energie per non costruire più come si è costruito finora, per cambiare città, metropoli, foreste.

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

Nella rassegna confluiscono molti saperi: tanta biologia e studi sulla biodiversità, per esempio, con un’abbondanza di piante e mini-giardini per combattere l’emissione di CO2 che finirà per surriscaldarci tutti; una ampia finestra indaga su come possono contribuire l’intelligenza artificiale  e la robotica.
In una sintesi brutale e certo incompleta, dalla mostra ideata da Ratti per l’ente veneziano capitanato dal filosofo Piertrangelo Buttafuoco si esce con pensieri e sensazioni programmaticamente contradditori: siamo alle strette, le strategie sperimentali e magari avveniristiche possono suggerire vie d’uscita prima di scannarci per una goccia d’acqua, prima di respingere milioni di disperati in fuga da guerre, povertà, da terre sempre più inospitali.

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

Prendiamo qualche esempio. L’ingresso nelle lunghe Corderie dell’Arsenale ci immerge in un ambiente notturno, buio, ad alta umidità e afoso, tipo città del sud est asiatico, dove uno stuolo di condizionatori muove l’aria e alza la temperatura. Un neon bianco in fondo porta luce nella notte: è una versione del “Terzo paradiso” di Michelangelo Pistoletto.
Usciti da questa sala una struttura in apparenti mattoncini dapprima piana si impenna paurosamente: è una proiezione materiale della crescita della popolazione globale, “The Other Side of the Hill”, modella una “crescita esponenziale insostenibile” e al contempo modella collaborazioni tra microbi per ispirare collaborazioni tra più specie a cui noi umani dovremmo guardare. Oppure ci si imbatte negli archi di una “Elephant Chapel” a misura di elefante costruita con mattoni fatti di sterco del pachiderma efficaci e biocompatibili.

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

Sperimentazioni, certo. Gli alberi e i bambù per fondere ecosistemi locali, design e tecnologie digitali creano ambienti per affrontare il clima mutato e il calore estivo nella città di Montpellier; foto e installazioni documentano vivai forestali per rigenerare migliaia di ettari andati a fuoco in Messico; “Cantico tiberino” è un progetto-installazione ispirato al “Cantico delle creature” di San Francesco per rendere “Roma capitale della biodiversità nel 2050”; un altro progetto impiega “microrganismi termofili” per trasformare la pietra in un giardino vivente (la facciamo semplice, la faccenda è più complessa).

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

Si palesano anche robot vari e strategie di intelligenza artificiale e chiede soccorso. Quando un robottino, sorridente, interagisce strizza gli occhi chi parla a un microfono e guarda domandi: ora è rudimentale, come si comporterà quando il prototipo assomiglierà ai profetici replicanti di “Blade Runner”? D’altronde la fantascienza filtra più volte, nell’Arsenale veneziano.

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

“Le loro case sono state devastate dai giganti dell’acciaio e del fuoco”, riporta un video su una mega-fabbrica in un panorama desertificato. Non è fantascienza, siamo nei guai fino al collo. Che fine farà Venezia? Con l’innalzamento del livello marino avrà l’acqua alla gola, eppure possiamo agire. Questo suggerisce Ratti: senza cedere allo sconforto, invita all’uso delle intelligenze umane, biologiche in ogni loro forma, artificiali, alla scienza, per cambiare approccio, conoscenze, modi di convivenza.

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

La mostra richiede tempo per leggere le spiegazioni. Qualche passaggio, talvolta, sembra poco praticabile. Una riflessione resta però implicita, non manifesta: è il potere politico a determinare le strategie del presente e del futuro. Finora non si è fatto abbastanza, poco ma sicuro. Eppure chi va oggi politicamente a gonfie vele in più paesi disprezza simili ricerche, nega perfino che il clima sia cambiato per l’azione di noi umani.

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

Prima dell’elezione in un’intervista Trump aveva promesso di fare il dittatore “per un giorno” (forse vorrebbe un giorno lungo migliaia di giorni) e aveva ripetuto per tre volte di voler “trivellare, trivellare, trivellare”: quando vuole la Groenlandia non intende certo proteggere la fauna, le persone o la flora sotto i ghiacci. Gente come lui incarna pensieri opposti a quanto invocava Papa Francesco con l’enciclica “Laudato si’” del maggio 2015.

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

Ancora: per politici suoi alleati come Salvini o come la premier Giorgia Meloni merita dileggio una Unione Europea impegnata, pur maldestramente e in ritardo, a combattere il surriscaldamento ponendo limiti alle emissioni delle auto. Non si lasceranno mai convincere.
Eppure l’incipit di “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva” con il caldo tropicale dell’installazione “The Third Paradise Perspective” della Fondazione Pistoletto con il laboratorio di Cittadellarte ed esperte/i di più discipline, lancia un monito chiaro: l’aria si surriscalda, dobbiamo trovare e applicare soluzioni alternative e, pur nel buio, orientarci con la luce e i riflessi sull’acqua. 

Installazione alla mostra “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva”, Biennale d’architettura 2025, all’Arsenale di Venezia. Foto Stefano Miliani

Dal sito della Biennale di architettura si può scaricare la brochure (ottima iniziativa) e l’indirizzo web è il seguente: https://www.labiennale.org/it/architettura/2025
Catalogo in due volumi edito dall’ente veneziano

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