Dal pattinaggio alla nonna sarta fino all’arte, Sissi all’Aquila ci parla di emozioni

“La vita è fatta di diversità”: dallo sport agonistico alla performance alle sculture, così si racconta l’artista bolognese che partecipa al festival “Performative03” del museo Maxxi L’Aquila

Dal pattinaggio alla nonna sarta fino all’arte, Sissi all’Aquila ci parla di emozioni
Sissi, “Anatomia in movimento” per il festival “Performative03” del Maxxi L’Aquila (particolare). Foto Giovanni De Angelis
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Stefano Miliani Modifica articolo

14 Settembre 2023 - 10.13


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Dai cinque-sei anni in su Sissi praticava il pattinaggio agonistico e la danza, intorno ai 16 anni si è innamorata dell’arte e da allora l’artista bolognese rappresenta uno dei nomi più originali e meno classificabili dei nostri tempi, capace com’è di spaziare tra forme e pratiche diverse con un linguaggio suo, capace com’è di creare visioni spiazzanti toccando corde profonde al di là di un puro piano razionale.
Tra tessuti, sculture e altre forme d’arte Sissi, all’anagrafe Daniela Olivieri, 46enne, eccelle nella performance perciò il Maxxi L’Aquila, braccio del museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma, ha invitato l’artista a “Perfomative03”, terza edizione del festival di performance in calendario da giovedì 14 a sabato 16. L’artista interviene nella bella sede di palazzo Ardinghelli nella città abruzzese proprio l’ultimo giorno alle 17 con la “con-formance” (come il Maxxi-Aquila chiama azioni in bilico tra conferenza e performance) dal titolo “Anatomia Parallela in movimento”.
Per il sito del Maxxi Aquila e il festival “Performative03” clicca qui

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Sissi: “Le mie sculture come abiti o case”
Cosa farà Sissi all’Aquila? “È un manifesto emotivo che parla di un’emotività universale, di tutti – risponde al telefono – Attraverso il movimento e le parole cerco di rendere fluido questo concetto che ci unisce a tutto quello che ci circonda. Nella performance parlo, ballo, mostro disegni, gesticolo. Parlo di una anatomia futuribile, di emozioni che non si vedono ma si sentono”.
L’artista ha tutta l’esperienza necessaria: “Realizzo anche performance da quando ero una studentessa, il movimento per me era una maniera catartica per far uscire le emozioni. Ho realizzato fin dai primi progetti artistici installazioni dove abitavo, performavo dentro. Le mie sculture erano come abiti o case, per me abito e casa è la stessa dimora. In parallelo ho sempre studiato il corpo anatomicamente: l’idea del movimento è alla base della mia vita perché sono stata una sportiva agonistica”.

Sissi, “Anatomia in movimento” per il festival “Performative03” del Maxxi L’Aquila. Foto Giovanni De Angelis

“L’evoluzione sociale ha separato i mestieri”
Ricordando il tempo del pattinaggio agonistico e della danza, l’artista afferma di aver “sempre creduto alla sollecitazione del mondo interno che attraverso il movimento si amplifica e si tira fuori”. Poiché lavora molto anche con gli abiti, il corpo, i tessuti, viene da chiedere se solo una donna può creare opere così o potrebbe crearle anche un uomo, sempre che una simile distinzione di genere abbia senso. “L’evoluzione sociale ha distinto e separato i mestieri, ma il filo cuce la vita, tutte le vite – ribatte -: per me è sempre importante che la vita sia fatta di diversità che si stringono insieme. Su questo concetto ho sempre basato la mia visione: le mie anatomie parallele sono metafore, suggestioni, uniscono il mondo esterno e interno”. E quelle “forme metaforiche” – aggiunge – “senza avere per forza connotazioni reali sono la letteratura della nostra vita”.

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“Mia nonna mi ha insegnato l’autonomia”
“Nel medioevo le donne e gli uomini nel medioevo tessevano insieme gli arazzi – dice ancora l’artista tra molte osservazioni – poi c’è stata un’operazione sociale, un bisogno commerciale di separare i due mondi, di creare una supremazia e di accaparrarsi un lavoro lasciando le donne a lavori più piccoli e marginali”. A livello personale per lei è stato fondamentale essere cresciuta con una nonna sarta: “Aveva dovuto fermare le sue capacità per l’ambito familiare diventando una casalinga”. Tuttavia l’insegnamento è andato oltre la semplice tecnica del saper cucire, tessere, tramare: “Mia nonna mi ha insegnato l’autonomia”. Il che, sottolinea in questa sintesi di una lunga conversazione, “mi ha dato un grande senso di forza”.
Per il sito di Sissi clicca qui

La facciata di Palazzo Ardinghelli del museo Maxxi L’Aquila per il festival del 2022 “Performative02”. Foto Francesco Scipioni

Organizzano il festival il museo con la collaborazione dell’Accademia di belle arti aquilana, c’è il sostegno della Cassa depositi e prestiti e del Comune che dà il patrocinio. Oltre venti gli artisti invitati. Hanno curato “Perfomative03” il direttore Bartolomeo Pietromarchi, Anne Palopoli, Fanny Borel e Chiara Bertini del Maxxi L’Aquila, Silvano Manganaro ed Elena Bellantoni dell’Accademia, Irene de Vico Fallani e Stefano Gobbi della Fondazione Maxxi. Sibilla Panerai, Ivan D’Alberto e Marcella Russo hanno selezionato sei performance create in Abruzzo e assegnato a Olga Kozmanidze il nuovo Premio Performative.

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