A 93 anni è morto a Firenze Narciso Parigi, chansonnier della tradizione melodica italiana che ha legato il proprio nome alla sua versione della “Canzone viola”, diventata l’inno della Fiorentina intonato ogni volta che la squadra gioca in casa. Nel 1955 fece coppia con Claudio Villa al Festival di Sanremo con la canzone di gran successo nel mondo Incantatella.
Adottando le parole dell’inno stesso “per sempre di Firenze vanto e gloria”, lo hanno salutato il presidente della società calcistica Rocco Commisso e tutta la squadra.
Narciso Parigi è morto a casa sua sulle colline fiorentine. Il sindaco Nario Nardella ha annunciato la camera ardente a Palazzo Vecchio, domenica 26 dalle 10 alle 19 e lo ha ricordato con queste parole: “Ha amato visceralmente la sua città come Firenze lo ha sempre amato”; il funerale si terrà nella chiesa della Santissima Annunziata.
Come riportano le cronache locali, il cantante diceva che “i soldi non contano nulla, l’unica vera ricchezza è l’amicizia” e “Essere buoni e fare il bene non costa niente”. In città era molto amato. Anche dai tifosi.
Narciso Parigi era nato a Campi Bisenzio, nella piana fiorentina, il 29 novembre 1927 e cresciuto in una famiglia antifascista. Fu espulso da scuola perché non denunciò un compagno di classe che aveva fatto una battuta anticlericale. Allora passò a consegnare scarpe alle botteghe fiorentine.
Esordì a Radio Firenze nel 1944. Interpretava canzoni della tradizione come “Mattinata fiorentina”, “Firenze sogna”, “Il cappello di paglia di Firenze. “Carrozzella”, il “Valzer della povera gente”, ha composto brani come “Cosa sognano gli angeli”, “Ricordando Odoardo Spadaro”, “Le ragazze di Monticelli”.
Ha registrato circa cinquemila incisioni e ha partecipato a una ventina di film da protagonista, in altri da comprimario. Al cinema debuttò nel film “Terra Straniera” del 1952 di Sergio Corbucci. Particolarmente apprezzata era la sua nitida dizione. Negli Stati Uniti, ricordano sempre le cronache fiorentine, una pubblicità recitava: “Se volete imparare l’inglese ascoltate Frank Sinatra, se volete imparare l’italiano ascoltate Narciso Parigi”.