Lo chiamano il “Club 27” e nessuno è onorato di esserne membro: comprende uno dei fondatori dei Rolling Stones Brian Jones, Jimi Hendrix, Jim Morrison, Janis Joplin, Kurt Cobain, Amy Winehouse. Tutti musicisti di prima grandezza stroncati a 27 anni dalla droga, da un colpo di fucile per suicidarsi nel caso del leader dei Nirvana, dall’alcool nel caso della britannica Winehouse dall’alcool. Alla fine stroncati dal malessere di un’esistenza e di un mondo vissuti come feroci, dalle leggi dello show business, da ragioni che resteranno private e imperscrutabili. È dedicata al “Club dei 27” la mostra fotografica alla galleria Ono arte contemporanea di Bologna, a cui aggiunge il pittore newyorkese
Jean Michel Basquiat, ucciso dall’eroina.
Ricorda la galleria specializzata in immagini del rock: Brian Jones, Jimi Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison morirono tra il 1969 e il 1971. Fu con con la morte di Kurt Cobain, nel 1994, che l’idea di un “Club 27” ha cominciato a prendere piede nella percezione pubblica, trasformandosi in un mito alimentato dai media.
Nel 2011, moriva Amy Winehouse. “In molti di questi casi rimane aperta la domanda su cosa avrebbero fatto negli anni a seguire. Sia Hendrix che Cobain e Basquiat, infatti, avevano infatti progetti a breve e lungo termine e un’idea concreta di come si sarebbe sviluppata la loro arte”.
La mostra si tiene dal 13 dicembre al 24 febbraio e comprende 40 scatti, alcuni in esclusiva italiana, di Jill Furmanovsky, Michael Lavine, Charles Peterson, Jan Persson, Terry O’Neill, Baron Wolman, Lee Jaffe, James Fortune, Guy Webster.
Se poi siete dei patiti del genere o amate, giustamente, molti di questi musicisti, esiste una guida alle tombe delle rockstar: “Tombstones” di Luca Fassina (Tsunami Edizioni, pp. 224, euro 19). Da quella celeberrima di Jim Morrison al cimitero Pere Lachaise a Parigi a quella di Jimmy Ramone dei Ramones, dalla tomba di Freddie Mercury a quella di Cobain, per lo più sono quasi tutte tra Stati Uniti e Gran Bretagna. Per viaggi un po’ particolari.