Pfm , pensiamo la musica come un Tatuaggio Emotivo: un'esperienza permanente

La Premiata Forneria Marconi torna alla forma canzone nell'album 'Emotional Tattoos', in uscita oggi, 27 ottobre.

Pfm , pensiamo la musica come un Tatuaggio Emotivo: un'esperienza permanente
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27 Ottobre 2017 - 10.53


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“Tatuaggi emotivi sono un concerto o un bel brano che ti accompagnano nel ricordo più dell’inchiostro sulla pelle – spiega Franz Di Cioccio – In un’epoca di musica liquida che non lascia niente, anche i giovani lo stanno riscoprendo con il ritorno al vinile: non è nostalgia, ma bisogno di riappropriarsi del tempo”.

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Queste le premesse per il ritorno della Premiata Forneria Marconi, che oggi lancia l’album ‘Emotional Tattoos’; per questo, dopo quasi tre lustri, la band riprende a cantare: “Noi siamo nel profondo musicisti: progetti come ‘In Classic’ per noi sono quasi più facili, ma ora avevamo voglia di raccontare storie con testi e musica insieme”, dice Patrick Djivas.

Nelle due versioni italiana e internazionale, l’album vede Di Cioccio e Djivas occuparsi rispettivamente delle liriche in italiano e in inglese delle 11 tracce, non traduzioni ma creazioni parallele che toccano temi come l’impatto autodistruttivo dell’umanità sulla natura, il rapporto tra sogno e musica, ma anche politica e società, ognuna con un approccio diverso: “Ad esempio, ‘Quartiere Generale’ fotografa l’Italia di oggi con i nominati che dirigono una nazione mentre ‘Central District’ parla di manie americane come l’abuso di farmaci e la ricerca di eterna giovinezza”, raccontano i due. Attorno alla batteria di Di Cioccio e al basso di Djivas si costruisce un suono che mescola rock e prog, classica e pop e perfino ballad (‘Le cose belle’) con un impatto molto ritmico e tastieristico, che nonostante l’addio di Franco Mussida non rinuncia a un deciso tocco chitarristico grazie ai riff e assoli di Marco Sfogli, specie in tracce come ‘Dalla Terra alla Luna’ o ‘La lezione’.

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Brani come ‘Big Bang’ che si chiude con un’improvvisazione pianistica di Stefano Bollani o la strumentale ‘Freedom Square’ mettono in scena invece il gusto per la jam session tipica dei live della PFM. Un brano-manifesto, quest’ultimo, come anche ‘La danza degli specchi’ su cui il canto quasi-rap di Di Cioccio passa in rassegna eredità e tappe di un’identità multiforme: “Citiamo i concerti, perché hanno lasciato tatuaggi emotivi anche dentro di noi, la musica è una magia potente che unisce culture diverse. Noi siamo contro le discriminazioni di genere, la musica è tutta quanta un dono di Dio che dobbiamo condividere e rispettare”, dice Di Cioccio. Con una scaletta che incorporerà 5 nuovi brani, il tour mondiale della band ripartirà da Torino (il 14 novembre), per proseguire a Genova e Zoetermeer in Olanda tra le altre, quindi in Giappone a gennaio per tre date a Tokyo e Osaka, di nuovo in Italia (Bologna, Milano, Brescia, Assisi, Roma, Napoli) e infine in America tra aprile e maggio con tappe a San Paolo, Rio De Janeiro, Belo Horizonte e Porto Alegre (Brasile), Concepciòn e Santiago (Cile), Lima (Perù), Città del Messico e Gettysburg, New York e Chicago (Usa).

 

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