Era il 3 luglio 1971 quando a Parigi moriva Jim Morrison, uno tra i più importanti esponenti della musica degli anni ’70, il cui nome rimarrà immortale per la storia del rock.
Nato a Melbourne, in Florida, l’8 dicembre 1943, fin da bambino vagò per l’America, cambiando spesso città e amicizie a causa del lavoro del padre, un ammiraglio della Marina americana. Brillante negli studi, il sogno di Jim Morrison era quello di diventare un poeta, ma il destino per lui aveva già scelto un’altra strada: quella del rock. Un ragazzo “strano” dal carattere cupo, di aspetto trasandato, ha incarnato il mito del ribelle sregolato, che ad una sicura carriera militare, preferì essere un “profeta della libertà”.
Poeta maledetto, anima eversiva, potente seduttore e simbolo dell’inquietudine giovanile: caratteristiche che hanno permesso al mito di Jim Morrison di sopravvivere integro fino ai giorni nostri..
La sua fu una morte annunciata: nel settembre del 1970 morì Jim Hendrix, all’età di 27 anni, seguito qualche mese dopo da Janis Joplin, anche lei morta a 27 anni. “Sarò io il terzo” disse Jim Morrison: una profezione che si avverò cinque giorni più tardi, quando fu “istituito” quel leggendario club dei 27. La causa ufficiale della morte, arresto cardiaco, lasciò aperte molte domande sulle circostanze del tragico evento apparentemente dovuto a una overdose di eroina.
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