Fa sensazione l’addio dato ai concerti da Rocco Tanica, tastierista e arguto animatore di Elio e Le Storie Tese, sul palco del Forum di Assago dopo l’esibizione del gruppo, non tanto perchè ha deciso di non suonare più dal vivo con gli Elio, ma per le motivazioni che ha raccontato, e che sono state raccolte durante la trasmissione televisiva Storie, in onda dalla tv svizzera RSI pochi giorni fa.
Rocco, al secolo Sergio Conforti, ha parlato di una vera e propria malattia che si manifestava con attacchi di panico e gravi stati di disagio psichico, che lo hanno portato spesso a pensare addirittura al suicidio.
“Tutto è iniziato – come racconta Rocco non senza un certo imbarazzo nell’intervista – dopo il Festival di Sanremo del 2013, quello dove presentammo La canzone monotona, e iniziai a soffrire di una forte depressione legata ad attacchi di panico e stati d’ansia, soprattutto quando salivo sul palco per suonare nei concerti”. “Fu così – ha dichiarato in tv l’artista, poi sostituito alle tastiere da Vittorio Cosma – che decisi di smettere l’attività dei tour e iniziai subito a stare meglio, grazie anche a cure mirate alle quali mi sottoposi. Non ho il fisico per il rock: alle 9 e mezza mi viene sonno – prosegue Rocco con l’ironia che non l’ha di certo abbandonato – ho poche energie per questo, a differenza dei miei colleghi che sono locomotive da palcoscenico. Non farò più concerti e tour, ma continuerò a collaborare con il gruppo nel lavoro in studio e a quello in tv.”
La verità è che la sindrome depressiva che ha colpito Rocco Tanica è molto diffusa tra gli artisti, anime fragili e sensibili forse più di altre, a volte al di là delle stesse apparenze che possono essere ingannevoli, almeno per chi banalmente li immagina navigare tra facili successi e gloriosi onori. Non è così, perchè sappiamo bene quanta sofferenza e quanto impegno ci vuole, quando raramente accade, per arrivare in cima e restarci, quanto stress si raccoglie nel percorso creativo, e quali sono le vie di fuga per superare tutto questo, vie che spesso conducono all’autodistruzione se non ci si ferma prima a riflettere e curarsi, come ha ben fatto il simpatico Rocco.