La mia cara mamma; Non sono felice della mia debolezza; All’alba la mia nazione; Mio fratello ha detto; Ci siamo alzati, ci siamo alzati; Presto presto.
Titoli di canzoni. Innocenti titoli di canzoni. In realtà canzoni di guerra e di propaganda dell’Isis.
In questi giorni, infatti, il Daesh ha immesso nella rete, attraverso i suoi account di appoggio, le “canzoni del Califfato” che dovrebbero, nelle loro intenzioni, allietare i miliziani tra un combattimento e l’altro e infondere fiducia tra le popolazioni costrette a vivere sotto lo Stato Islamico.
Un paradosso: mentre per paura del terrorismo al festival della canzone italiana di SanRemo sono stati resi obblicatori i biglietti nominali (come per le partite di calcio) il Califfato mette in rete il suo “festival” della canzone jihadista.