Un pensiero rock per i 50 anni dei Pooh

La band festeggia la reunion con nuova versione del suo brano più noto. Il ritorno di Fogli e D’Orazio per festeggiare 50 anni di carriera

Un pensiero rock per i 50 anni dei Pooh
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30 Settembre 2015 - 23.28


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di Francesco Troncarelli

Roby, Dodi, Red, Stefano e Riccardo: i Pooh. Di nuovo tutti insieme per celebrare nel modo migliore i 50 anni di onorata e fortunata carriera. La notizia della ricostituzione del gruppo con il ritorno di D’Orazio che da sei anni aveva lasciato la band e addirittura di Fogli, voce storica dei primi anni della band fino al clamoroso divorzio per motivi personali (ma anche sentimentali, leggi la love story con Patty Pravo), ha provocato grande entusiasmo sui social con commenti, post e tweet di auguri non solo da parte dei fan ma anche da amici e colleghi come Eros Ramazzotti, Laura Puasini, Fiorello, Claudio Cecchetto sino ai ragazzi del Volo che neanche erano nati quando la band spopolava in Hit Parade.

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E non poteva essere altrimenti perché i Pooh con il loro pop di qualità accompagnato da testi mai banali hanno accompagnato generazioni e generazioni di italiani, anticipando mode e temi che poi sarebbero diventati di interesse generale e ponendosi soprattutto come antesignani di un certo modo di fare musica per le rivoluzioni introdotte nei loro live, ovvero l’uso della tecnologia moderna e la multimedialità che prima di loro nessuno aveva praticato a certi livelli. Numeri uno come Vasco e Baglioni per esempio, hanno raccontato come li andassero a vedere per capire come si montavano gli spettacoli.

Pooh, sempre Pooh, fortissimamente Pooh, dunque, coi loro 100milioni di dischi venduti, la loro incredibile carriera iniziata dal Beat degli anni Sessanta al boom planetario dei Novanta e dintorni e il loro repertorio di grandi e indimenticabili successi che hanno segnato la storia della musica italiana. I Pooh eterni ragazzi con qualche capello bianco e un numero imprecisato di rughe che finalmente ritornano a suonare e cantare insieme con la grinta e la voglia di esserci di sempre, per quello che loro stessi hanno definito ironicamente e con un velo di emozione “l’ultimo valzer” di un’avventura che sembrava non dovesse finire mai.

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Il primo passo di questa reunion che avrà la sua apoteosi nei concerti a Milano e Roma nell’estate del 2016 (il prossimo 28 gennaio, ricorrenza della firma del primo contratto discografico con la Vedette, cadono esattamente i 50 anni), è un’inedita versione di “Pensiero”, il grande successo del 1971, che vede per la prima volta insieme le voci di Roby, Dodi, Red, Stefano e Riccardo, e che è attualmente in rotazione radiofonica e in vendita sui digital store.

E’ una versione molto diversa dall’originale, inedita, una vera e propria rivisitazione dove dominano le chitarre e un arrangiamento rock in linea con certa musica che va per la maggiore attualmente. Un “Pensiero” insomma diverso dallo “stile Pooh” classico ma che dà una nuova linfa e soprattutto vitalità a quello che con gli anni è diventato un evergreen. Niente a che vedere insomma con l’arrangiamento quasi sinfonico realizzato all’epoca della incisione dal maestro Gianfranco Monaldi e la sua orchestra a supporto della esecuzione del gruppo, anzi del complesso, come si diceva a quei tempi.

Uscito a distanza di qualche mese da “Tanta voglia di lei” il brano che lanciò i Pooh definitivamente presso il grande pubblico, “Pensiero” bissò e superò il successo di quel disco con una vendita di oltre un milione di copie facendo al tempo stesso da apripista all’album “Opera Prima”, 33giri che segnò la svolta tra i primi Pooh e il nuovo corso (da qui il titolo, quasi a rinnegare il passato e ai contrasti con la precedente casa discografica). Le dieci canzoni dell’album sono tutte firmate dall’accoppiata Roby Facchinetti e Valerio Negrini, il “quinto” Pooh” fondatore del gruppo scomparso due anni fa, che dalla batteria era poi passato definitivamente alla attività di paroliere.
“Abbiamo scelto questa canzone perché forse è la più conosciuta – ha spiegato Roby – in ogni paese del mondo in cui mi sono trovato c’è sempre stato qualcuno a rispondermi quando intonavo il ritornello. Una volta abbiamo fatto l’esperimento anche nel bagno di un Autogrill. Sì anche li ho lanciato il “non restare chiuso qui…” e i presenti mi hanno subito risposto in coro “pensierooooo”».

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Curiosità. Secondo gli autori, il “pensiero” della canzone è quello di un detenuto che va alla ricerca della donna amata (“cerca la sua casa”) e che proclama la propria innocenza alle accuse che lo hanno condotto in prigione (“quella notte giù in città non c’ero”). Riascoltiamolo nella nuova versione a cinque voci realizzata per il cinquantennale di questa storia di musica e amicizia. La loro.

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