La serie dei “diktat artistici” che contnua a colpire quanti non si allineato alla politica occidentale nei confronti del’Ucraina continua a sfornare episodi grotteschi, dopo il “no” della “Toronto Symphony Orchestra” alla partecipazione della famosa pianista Valentina Lisitsa ad un concerto di musiche di Rachmaninoff. Goran Bregovic, il menestrello del folk balcanico, e la schiera di strumentisti e cantanti della leggendaria !Funeral & Wedding Orchestra” che da anni lo segue quasi dappertutto – munita di trombe, tromboni, ottoni, clarinetti e percussioni – sono stati depennati dalla lista degli artisti invitati ad esibirsi a giugno sul palco di un popolare festival rock polacco. I promotori dell’evento inaugurato nel 2010 e battezzato “Vita Festival”, che si svolge ogni anno nella cittadina polacca di Oswiecim (dove i nazisti, espropriando le terre dei contadini, eressero il campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, la fabbrica di morte emblema della follia nazionalsocialista), sono stati infatti irremovibili, annunciando con un secco comunicato stampa il “niet” sulla presenza del musicista serbocroato.
La causa scatenante del clamoroso dietrofront è riportata nero su bianco nella nota stampa diffusa il 9 aprile dagli organizzatori del festival: durante un concerto tenuto lo scorso 24 marzo a Sebastopoli, città portuale della Crimea, la stella della musica balcanica non aveva condannato fermamente l’annessione della penisola ucraina alla Russia. Anzi, in quell’occasione Bregovic aveva esplicitamente parteggiato per la scelta della Crimea, congratulandosi con Mosca ed accusando l’Occidente di “soffrire di paranoia”, invitandolo per di più a “farsi curare”. Non va dimenticato che Varsavia è sempre stata al fianco di Kiev, schierandosi dal primo momento contro i separatisti filo-russi, e che Bregovic è stato costretto dalle autorità ucraine ad annullare il concerto del 16 maggio previsto nella capitale, ma nessuno pensava che questa posizione potesse riflettersi ache sulle scelte di carattere artistico. Così il musicista di Sarajevo (nato come chitarrista rock dei “Bijelo Dugme”, band di culto nella ex Jugoslavia) non potrà eseguire ad Oswiecim i brani tratti dal suo ricco repertorio discografico e da molte celebri colonne sonore improntati su una commistione vorticosa di fanfare tzigane, polifonie bulgare, melodie balcaniche e contaminazioni rock , soltanto per aver espresso idee non condivise dalle autorità polacche.
“Le dichiarazioni espresse da Bregovic sono nettamente in contrasto – recita il comunicato stampa – con i valori legati a doppio filo con il “ Vita Festival””. La sua performance è stata quindi cancellata poiché non ha voluto condannare in alcun modo l’intervento armato della Russia in Ucraina”.
“È un duro colpo per Goran rinunciare all’esibizione a Oswiecim – osserva Zoran Skugor, agente di Bregovic -, ma di certo la cancellazione di questa e altre tappe non avrà rilevanti contraccolpi economici. Voglio però ricordare che tutta la sua carriera internazionale è fondata sulla lotta per i diritti delle minoranze e degli oppressi. E dati gli ultimi sviluppi, è molto probabile che Goran deciderà di fissare diverse date in Russia, dove di certo è un ospite davvero gradito”.
(Francesco Caponio)