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Docu-film, danze dei Balcani e videoarte, a Roma l'arte fa la differenza

Dal 12 febbraio la rassegna Gira il Mondo Gira a cura di Lorena Benatti. Tra docu-film, danze dei Balcani e videoarte: Roma crocevia internazionale della creatività.

Docu-film, danze dei Balcani e videoarte, a Roma l'arte fa la differenza
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8 Febbraio 2015 - 19.22


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di Ludovica Palmieri

Videoarte, cortometraggi, documentari, film, talk e danze dei Balcani. Tutto questo è Gira il Mondo Gira la rassegna che sotto la direzione artistica di Lorena Benatti si svolge a Roma dal 12 al 19 febbraio per Festarte, associazione culturale che da anni ha il suo focus sulla multidisciplinary art e videoarte internazionale. Gira il Mondo Gira non vuole essere solo una rassegna ma anche e sopratutto un momento di confronto e riflessione sull’importanza dell’arte e della cultura in generale come strumento di libertà ed emancipazione. Per questo motivo l’evento si svolge in due tappe.

La prima, Una finestra sul mondo, vedrà coinvolti i seguenti artisti dal 12 al 18 febbraio: Khaled Hafez, Maziar Mokhtari Mobarakeh, Morten Dysgaard, Alessio Ancillai, Sylvia Winkler & Stephan Koeperl, provenienti rispettivamente da Egitto, Iran, Danimarca, Italia, Austria e Germania, e personalità del mondo dell’arte e della cultura. A inaugurare la rassegna sarà un talk volto a ragionare sulla possibile funzione sociale dell’arte e della videoarte in particolare. Nella visione di Lorena Benatti, l’arte rappresenta proprio uno strumento per acquisire coscienza di sé e del mondo circostante.

La seconda parte, dal sottotitolo Balcanik, è caratterizzata da un approfondimento, svolto attraverso diversi media, su questa zona del mondo, crocevia di religioni e culture diverse, per dar vita ad un’occasione di conoscenza, incontro e convivialità. Lungo tutta la giornata di giovedì 19 febbraio a partire dalla mattina saranno proiettati cortometraggi di Ado Hasanovic, i docu/film di Giorgio de Finis e di Fabrizio Boni, il Mokumentary di Adriana Goni Mazzitelli e Rosa Jion e il film di Massimo D’Orzi. Tutto questo alla presenza dei registi e di altre personalità, aperte sempre al dibattito e al confronto, per creare una tavola rotonda all’insegna della diversità come ricchezza.
Lasciamo che sia proprio Lorena Benatti a parlarci di questa originale manifestazione artistica.

Lorena può spiegarci quali sono stati i criteri di selezione degli artisti e delle opere in mostra? E, in che modo, nella sua ottica, la videoarte può arrivare ad avere una funzione sociale?

Tutta l’arte ha una funzione sociale e culturale. La videoarte, in particolare, è costituita da immagini in movimento che varcano le soglie del linguaggio classico cinematografico, per confrontarsi con codici legati alla vibrazione poetica, dunque non sempre caratterizzati da ritmi a cui siamo abituati, facili o dall’immediata comprensione, ma sicuramente capaci di radicarsi nell’inconscio e di ritornare a emergere nella coscienza per creare legami e significati.
Gli artisti sono stati da me selezionati per il progetto Una finestra sul mondo con la massima immediatezza, perché, attraverso le loro opere, sono stati in grado di trasmettermi con semplicità ed efficacia, le tematiche sociali che volevano proporre.

Secondo lei, qual è il pubblico cui è, o dovrebbe essere, diretta la videoarte affinché questa funzione sociale possa realizzarsi?

Per quanto riguarda il pubblico non vi sono limiti ne culturali, né sociali e neppure di età. La videoarte è un linguaggio vicino anche ai bambini, ormai sempre più abituati a decifrare costruzioni differenti di immagini in movimento.

Com’è nato il progetto Balcanik, che si svolgerà lungo il corso di tutto giovedì 19 febbraio? Qual è stato il criterio di selezione per gli ospiti invitati?

Per Balcanik la scelta delle persone con cui collaborare è stata spontanea, perché frutto di una cooperazione che ormai dura da tempo. A partire dal dialogo con Massimo D’Orzi, regista e amico, che, attraverso la sua ricerca e il suo film Adisa o La storia di mille anni, 2004, ha proprio ispirato questo progetto focalizzato sui Balcani; per arrivare poi al coinvolgimento di registi, antropologi, architetti e storici, che mettono il loro impegno nello studio e nell’indagine del mondo balcanico e rom, attraverso la produzione di materiale cinematografico, mokumentary e docufilm di altissimo livello. In ultimo, penso che anche l’approccio fisico a questa cultura, così vicina a noi ma nello stesso tempo lontana, sia importantissimo, dunque sono felice di aver coinvolto nel progetto Balcanik anche Lucrezia Lo Bianco di Rai Storia ed il gruppo Fare di Reggio Emilia che ci allieteranno con esibizioni e workshop sulle danze balcaniche. Tutto rigorosamente gratuito.

[url”Info e programma “]http://www.festarte.it/blog/[/url]

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