Quando Elvis Presley cantava il cuore di Roma | Giornale dello Spettacolo
Top

Quando Elvis Presley cantava il cuore di Roma

Giorno di celebrazioni per il Re del Rock'n'Roll: nella sua carriera c'è pure un brano per Roma, inserito quasi per caso in un disco del '70.

Quando Elvis Presley cantava il cuore di Roma
Preroll

GdS Modifica articolo

8 Gennaio 2015 - 15.43


ATF
di Adriano Stabile

C’è anche un po’ di Roma nell’epopea di Elvis Presley, che oggi avrebbe compiuto 80 anni. Il ‘Re del Rock and Roll’, nato l’8 gennaio 1935 e morto 42enne il 16 agosto 1977, non ha mai suonato nella Città Eterna, ma l’ha cantata, nel 1970, incidendo il brano ‘Heart of Rome’, scritto dagli autori inglesi Alan Blaikley, Geoff Stephens, Richard Howard e inserito poi l’anno successivo nell’album ‘Love letters from Elvis’.

“E’ una canzone che i fans in realtà non amano molto – spiega a [url”Roma Post”]http://www.romapost.it/Detail_News_Display/2015/1/8/Spettacoli/Gli-80-anni-di-Elvis-Presley-e-la-sua-canzone-dedicata-al-cuore-di-Roma[/url] il super esperto Sebastiano Cecere, per 25 anni direttore dell’Elvis Presley Club of Italy e autore del libro-bibbia ‘Elvis in concert 1945-1977’- l’album in cui è inserita in effetti contiene parte del materiale scartato da una lunga session di registrazioni del 1970. Il fatto che abbia cantato un pezzo su Roma è abbastanza casuale perché Elvis non faceva un grande lavoro di ‘pre-produzione’ delle proprie canzoni. I suoi editori gli portavano i demo in studio e lui sceglieva quali brani cantare e quali no. Scelse ‘Heart of Rome’ anche perché era un brano che lo impegnò molto vocalmente. Le case discografiche premevano perché uscisse un disco nuovo e così venne pubblicato ‘Love letters from Elvis’. Presley effettivamente amava la musica italiana, nel corso della sua carriera ha cantato le cover di ‘O sole mio’, ‘Santa Lucia’, ‘Torna a Surriento’, ‘Io che non vivo’, ‘Io’, ma spesso le sue scelte erano dettate da esigenze di mercato. Se avesse avuto altro materiale l’album ‘Love letters from Elvis’ non sarebbe mai uscito e così anche la canzone su Roma”.

Perché nessun tour in Europa? Nella Città Eterna il cantante del Mississippi non c’ha mai messo piede, anche perché in Europa non ha mai fatto concerti, neanche durante il servizio militare svolto in Germania tra il 1958 e il 1960, nonostante le pressioni dello Stato Maggiore dell’esercito americano: “La ragione principale di questa scelta è dovuta al fatto che il suo manager, il colonnello Tom Parker, era entrato illegalmente negli Stati Uniti, quindi non aveva passaporto e non poteva espatriare – spiega Cecere – d’altronde Parker era in realtà un olandese, di nome Andreas Cornelis Van Kuijk. Lo si è scoperto intorno al 1981, dopo la morte di Elvis, quando la Elvis Presley Enterprises gli fece causa per la gestione, ritenuta scorretta, della carriera del cantante. Parker fece in modo che Presley non uscisse mai dagli Stati Uniti. Ci fu solo una piccola tournée in Canada nel 1957. Proprio nel 1977, poco prima che il cantante morisse, si stava parlando della possibilità di fare un tour in Europa entro un paio d’anni”.

Un mito scomparso troppo presto. Oggi Presley avrebbe compiuto 80 anni. Ma è possibile immaginare il ‘Re del Rock and Roll’ anziano? “Bella domanda – replica Cecere – personalmente mi sarebbe piaciuto averlo ancora tra noi. Non gli perdonerò mai di essersene andato a 42 anni e di avermi tolto il diritto-dovere di sentirlo cantare ancora e magari di poterlo conoscere”.

Ora è tempo di celebrazioni per il compleanno di ‘The King’. Spotify, per l’occasione, ha creato una web app chiamata ‘The Elvis Influence’ mentre a Graceland, la sua casa di Memphis oggetto di veri e propri pellegrinaggi, si tiene oggi una cerimonia alla quale presenzierà la moglie Priscilla: “Se, a quasi quarant’anni dalla sua morte, si continua a parlare di Elvis, vuol dire che è stato qualcosa di più che una grande macchina promozionale – conclude Cecere – nel corso della sua carriera ha vissuto anche anni difficili dal punto di vista musicale, ma è stato sempre bravo a risorgere e a rinnovarsi. Basta ascoltare le sue canzoni nel corso degli anni, ’50, ’60 e ’70, e vi accorgerete che è un artista che non ha mai cantato allo stesso modo”.

Native

Articoli correlati