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Ligabue è il miglior artista dell'anno

Luciano Ligabue incoronato dal Dizionario del Pop-rock 2015. Massimo dei voti a Nutini e De Andrè. Bene Carapezza e il ritorno di Finardi. 120 le new entry.

Ligabue è il miglior artista dell'anno
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7 Novembre 2014 - 15.47


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di Francesco Troncarelli

Ligabue re del Rock. Anzi del Pop-rock. È proprio “Il Dizionario del Pop-rock 2015” di Zanichelli che incorona il rocker di Correggio come miglior artista dell’anno dedicandogli anche la copertina.

Per gli autori Enzo Gentile e Alberto Tonti, Luciano Ligabue è stato “in assoluto il protagonista più meritevole della stagione passata”. Un riconoscimento dovuto grazie al suo “Mondovisione”, album certificato per sei volte disco di platino per le vendite e con il primato di sette mesi in testa alle classifiche, al quale il Dizionario ha dato cinque stelle (il massimo voto), che in una manciata di canzoni “impongono l’assegnazione di capolavoro al mediano del Rock”, come scritto sulla scheda nel volume.

Il successo del Liga in effetti è stato a 360°, un vero e proprio trionfo. Tanti i motivi che lo hanno portato ad essere il personaggio della scena musicale di quest’anno, ci riferiamo innanzitutto al tour negli stadi e nei piccoli palazzetti di provincia dove non va mai nessuno, segno di una vicinanza concreta a chi ama la sua musica e i concerti dal vivo, ma ci riferiamo anche all’esperienza editoriale e radiofonica che hanno arricchito il suo curriculum e soprattutto entusiasmato i fan, dimostrando la sua versatilità da artista di razza e appassionato del suo mestiere qual è.

Nessuno meglio di lui ha rappresentato così efficacemente la scena ‘made in Italy’, funzionando anche da cerniera tra popolarità e qualità, “esemplare testimone di una idea di canzone e di un suono che, ogni giorno di più, veicolano e raccontano la colonna sonora in latitudini e tra generazioni diverse” come sottolineano gli autori di questo poderoso compendio molto apprezzato da addetti ai lavori e seguito dal pubblico. 

E l’incoronazione di Ligabue, il rocker italiano più acclamato arriva poi nell’anno in cui il rock compie 60 anni. Tanti sono passati dal 1954, anno in cui Bill Haley & his Comets eseguirono per la prima volta “Rock around the clock”, brano rivoluzionario per quei tempi e che ha segnato e dato il via a un’epoca che ha cambiato il modo di fare musica e anche di pensare per intere generazioni a seguire.

La summa di questa epopea musicale è appunto questo “Dizionario del Pop-rock 2015”, edito dalla Zanichelli con oltre 35mila dischi e più di 2300 artisti recensiti. Un compendio di dischi e artisti con tutte le ramificazioni di musiche e stili discendenti dalla grande, originaria, radice che porta il nome di Rock&Pop.
Nella edizione di quest’anno ci sono state 120 “new entry” che provengono dai più disparati generi. A dimostrazione che il “pop-rock” è un po’ casa di tutti: l’hip-hop di Fedez (fresco coach di X-Factor), il rap di Clementino e dei Club Dogo, il cantautore e rapper belga Stromae che in Italia è stato conosciuto dopo l’exploit a Sanremo, il re delle balere Raoul Casadei e il crooner Bing Crosby. Le giovani rampanti Alessandra Amoroso, Emma Marrone e Giusy Ferreri (Amici o altri reality possono essere un trampolino, ma per essere iscritti nel Dizionario, bisogna avere il vero “talent” come loro), il virtuoso della chitarra Joe Bonamassa, Sixto Rodriguez, cantautore riscoperto dal documentario premio-Oscar “Searching For Sugar Man”, la rivelazione Pharrell Williams, uomo d’oro dell’industria discografica Usa vedi col suo tormentone “Happy”, ma anche uno dei più interessanti innovatori del Pop/Rap, ossia il metal prog degli Avenged Sevenfold. Ancora l’artista africano Bombino e il gruppo tuareg dei Tinariwen, Squallor, Offlaga Disco Pax, Massimo Volume, Virginiana Miller, Zibba & Almalibree molti altri…

Di ogni nome il Dizionario dà una breve introduzione biografica. Di tutti gli album, organizzati in ordine cronologico, vengono forniti anche l’anno di produzione, la casa discografica e una valutazione espressa sinteticamente in stellette.

 Il pieno di stelle, cinque, l’ha fatto anche Paolo Nutini per il suo terzo lavoro in studio e l’indimenticabile Fabrizio De Andrè, nello specifico per il trentennale del suo capolavoro “Crêuza de mä 2014” : “La forza di un album che rimane saldamente ai primi posti nella storia della canzone italiana”. Cinque stelle, come 30 anni fa per quello che è “Probabilmente la massima opera realizzata in Italia nel campo della Canzone” come riporta la scheda del album versione 1984.

Consenso di critica (quattro stelle) a “Museica” di Caparezza e per i cantautori Dente per il suo “Almanacco del giorno prima! e Mannarino per “Dal Monte”, viene premiano poi il ritorno in grande spolvero di uno della “vecchia scuola”, il bravo e intenso Eugenio Finardi, col suo “Fibrillante” un pugno di “Storie sincere, di vita vissuta, di sofferenza, di denuncia, di riscatto, di rinuncia mai”.
 

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