La libertà di espressione è ancora limitata in troppi Stati

In Italia, escluso qualche allarme, abbiamo la fortuna di esercitare la libera espressione artistica. Il Salone del libro di Torino è un’occasione per riflettere sui problemi Nazionali e globali.

La libertà di espressione è ancora limitata in troppi Stati
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9 Maggio 2024 - 16.21 Culture


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di Ludovico Conti
La libertà di espressione degli artisti e scrittori rappresenta una delle pietre miliari delle società democratiche, e l’Italia, con la sua ricca eredità culturale e artistica, la valorizza, celebra e difende  con passione nonostante, nell’ultimo periodo, non abbia vissuto dei momenti particolarmente felici: il caso Scurati è stato solo il più famoso in questo periodo  e le ultime novità delle vicende non promettono particolarmente bene (procedimento disciplinare per la giornalista Bortone, ndr). È in questo contesto che si sta aprendo la nuova edizione del Salone del Libro.

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L’Italia ha una lunga storia di libertà artistica e letteraria, una tradizione che risale ai giorni dei grandi maestri rinascimentali e continua (escluso il periodo buio del fascismo) a prosperare anche oggi.
Gli artisti e gli scrittori italiani hanno in alcune occasioni anche avuto il coraggio di esplorare territori nuovi, sfidare le convenzioni e sollevare questioni importanti attraverso la loro arte. Da qui derivano alcune delle avanguardie  che hanno segnato la storia dell’ arte e della letteratura nel nostro Paese.

Mentre celebriamo la nostra eredità culturale, è importante non chiudere gli occhi sulle sfide che molti altri artisti e scrittori affrontano in tutto il globo. Esiste un ente indipendente chiamato Freemuse, che si occupa di monitorare lo stato di salute della libertà espressiva degli artisti nel mondo. I risultati presentati nell’ultimo Report si concentrano su dieci nazioni, tra cui Cina, Cuba, Egitto, Iran, Russia, Turchia. I dati raccolti in questo report sono di due tipi, uno più palese rappresentato da omicidi, arresti e processi riportati dai media locali ed internazionali; altri più sotterranei e difficili da misurare con certezza  riguardanti la censura sia istituzionale sia autocensura.  
Sono 107 gli scrittori arrestati in Cina per le critiche al governo nel 2023 e non a caso il report parlando di Cina dice che “non piove ma diluvia: tolleranza zero, proteste e blacklist”.

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In Egitto vengono usate le leggi contro il terrorismo e le fake news per imprigionare chi si permette di fare critiche al governo, le associazioni professionali degli artisti servono al governo per censurare ed impedire espressioni politiche che possano risultare scomode.
La situazione in Russia già da prima dell’invasione dell’Ucraina non era delle migliori: le leggi anti-estremismi limitavano di fatto le libertà di espressione. Dopo l’invasione la situazione è solo peggiorata con gli artisti antiguerra che sono stati arrestati, torturati e forzati ad abbandonare la   Russia. Stesso destino è toccato a coloro che esprimevano posizioni vicine alla comunità LGBTQI+.

In Turchia quelli più presi di mira risultano i musicisti, specie quelli di strada: concerti e festival censurati. L’espressione artistica viene ostacolata perché vengono bollati come “immorali”: tutto ciò che può essere considerato anche solo parzialmente vicino al mondo LGBTQI+ che sia film, musica, arte in ogni sua forma viene bannato e censurato dal governo. I valori nazionali della Turchia vengono usati come arma per spazzare tutto ciò che è considerato scomodo.

La libertà di espressione è soffocata da regimi oppressivi che temono il potere delle idee libere.  Gli artisti e gli scrittori in questi luoghi devono operare nell’ombra, costantemente minacciati dalla censura governativa e dalla persecuzione politica.

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Il Salone del Libro di Torino è uno dei momenti più adatti  per riflettere sulla responsabilità che abbiamo nei confronti del mondo degli artisti che non godono della nostra stessa libertà.

Ma non dobbiamo limitare il nostro impegno alla solidarietà internazionale. Anche in Italia, ci sono sfide alla libertà di espressione che richiedono la nostra attenzione. L’autocensura, le pressioni politiche e la violenza ideologica possono limitare la gamma di voci e idee rappresentate nel nostro panorama culturale. Dobbiamo rimanere vigili e difendere strenuamente il diritto di tutti gli artisti e gli scrittori a esprimersi liberamente, senza timore di ripercussioni.

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