Claudio Bisio in "Bentornato presidente", premier fantoccio nell'instant-satira politica | Giornale dello Spettacolo
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Claudio Bisio in "Bentornato presidente", premier fantoccio nell'instant-satira politica

Dal 28 marzo nelle sale il film. "Peppino Garibaldi" accetta di fare il premier fantoccio per un leader cattivissimo e il capo di un movimento al governo

Claudio Bisio in "Bentornato presidente", premier fantoccio nell'instant-satira politica
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22 Marzo 2019 - 17.05


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Ogni allusione a fatti o personaggi politici in carica, a Conte, Salvini e Di Maio, è puramente casuale. Il 28 marzo arriva nelle sale “Bentornato presidente”, la commedia con Claudio Bisio che dopo “Benvenuto presidente!” del 2013, dove nei panni del montanaro Giuseppe Garibaldi diventava capo dello Stato, stavolta è chiamato a fare il presidente del Consiglio di copertura, ovvero solo di facciata perché chi lo vuole a Palazzo Chigi vuole solo manovrarlo. E lui accetta perché vuole di nuovo la ex compagna Janis, interpretata da Sarah Felderbaum, madre della loro figlia Guevara. Solo che, come potete aspettarvi, tra gag e imprevisti Garibaldi / Bisio non accetterà di fare il burattino. E programmerà riforme e di cambiare il paese. Firmano la regia Giancarlo Fontana e Giuseppe G. Stasi, il film arriva nelle sale il 28 marzo distribuito in 500 copie da Vision Distribution. Gli autori hanno detto di far semplice satira e contro il “cattivismo”.

Bisio riceve l’incarico dal presidente della Repubblica che ha il volto di Antonio Petrocelli. Il governo è in mano a Teodoro Guerriero (interpretato da Pietro Calabresi), capo di Precedenza Italia, che porta le felpe, incita alla rabbia, vuole la mano dura e rimanda a Salvini, e a Danilo Stella (Guglielmo Poggi/) che guida il Movimento Candidi e fa inevitabilmente pensare a Di Maio. Alla presentazione Bisio ha detto che è un film per chi è stufato dell’ “odio reciproco che si respira nel Paese, alimentato dai social e a volte anche dai media” e più che un film buonista, come lo bollerà qualcuno, per l’attore è “anticattivista”.

Ce n’è anche per l’opposizione: Vincenzo Maceria (Marco Ripoldi) può ricordare Renzi tanto che alle consultazioni rifiuta ogni alleanza perché si ritiene “troppo intelligente”. Ma gli autori stessi avvisano: i politici non avranno di che arrabbiarsi, “gli abbiamo fatto un merchandising straordinario, abbiamo cercato di dargli un’umanità che non so se gli appartiene”, ha detto Calabresi alle agenzie, il suo politico simil-Salvini ha “un gran cuore, ma quando vede una telecamera diventa un altro”. Noi mazzoliamo un po’ tutti, destra, sinistra, vecchia politica, opposizione”.

I coproduttori sono Nicola Giuliano, Francesca Cima e Carlotta Calori, la sceneggiatura è di Giuliano e Fabio Bonifacci.

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